Dal 4 al 27 settembre, presso Officina Badoni, in Corso Giacomo Matteotti 7
Sguardi e gesti di un’umanità più vasta
LECCO – Nella sala auditorium di Officina Badoni, a Lecco, in esposizione dal 4 al 27 settembre la mostra fotografica di Gian Maria Zapelli: Gli anni smarriti. L’esposizione propone sedici grandi pannelli di sedici detenuti che Zapelli ha incontrato, conosciuto e poi fotografato nella Casa Circondariale di Lecco.
Diversamente da un a lunga tradizione di fotografia di carcere, nella mostra di Zapelli non viene raccontato il dolore e la fatica emotiva della detenzione. Del suo lavoro Zapelli dice: “Questo progetto è ispirato da una convinzione: che una persona non sia definita solo dal suo reato, per il quale deve giustamente scontare una pena. Vi è una polifonia umana in ognuno più articolata e ricca delle singole azioni che si compiono. Da questa prospettiva l’intento è di infrangere il muro che separa un carcerato dalle altre persone, allontanato, per il suo reato e la detenzione, in una distanza sociale e psicologica che lo rende totalmente estraneo come essere umano, non solo colpevole. Il progetto si propone di testimoniare persone più grandi del reato che hanno commesso.”
Gli scatti non cercano il dramma, ma colgono i detenuti negli stessi gesti, sguardi e sorrisi che potremmo trovare in molte foto di amici. E allo stesso tempo ci spostano in un altrove, perché attorno a queste persone, alla gentilezza dei loro occhi, vi è il carcere, con le sue piccole celle, con le sbarre e il poco di una vita rinchiusa.
Luisa Mattina, direttore della Casa Circondariale di Lecco ha accolto e sostenuto con entusiasmo questo progetto vedendo nella detenzione anche un tempo della conciliazione, prima di tutto con sé stessi. In sintonia con il progetto di Zapelli che ha consentito ai detenuti di poter raccontare di sé e offrirsi a uno scatto fotografico come esperienza per soffermarsi sulla propria identità.

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