Il conduttore di Striscia la Notizia ha presentato il suo libro “N°1. Una vita di incontri, avventure e risate”
Con il suo inconfondibile stile, Greggio ha ripercorso quasi mezzo secolo di carriera nel mondo della televisione e dello spettacolo
LECCO – “Dietro la satira, dietro la risata, c’è sempre una grande verità. E’ una vita complicata, difficile, amara, e ridere è il più potente antibiotico contro la tristezza”. Comico, cabarettista, conduttore televisivo, ma anche umorista, attore, regista: lunedì sera Ezio Greggio ha portato nell’Auditorium della Camera di Commercio la sua brillantezza, raccontando in aneddoti quasi mezzo secolo di carriera televisiva, ma non solo.
Ospite speciale di Leggermente, Greggio è stato intervistato da Stefano Motta. L’occasione era la presentazione del suo libro “N°1. Una vita di avventura, incontri e risate”, un racconto esilarante ed esclusivo che ripercorre la storia dello spettacolo televisivo, svelando diversi retroscena e aneddoti, profondamente intrecciati a storie di amicizia.
“Conosco abbastanza bene Lecco, per me è stata la città di passaggio quando andavo in Engadina a girare i film – ha esordito Greggio salutando il pubblico lecchese, accolto da un fragoroso applauso – Anche questa sera ho fatto un bel giretto prima di venire qui. Lasciatemi dire che è una città tenuta benissimo…c’è qualche membro dell’amministrazione comunale in sala? No? Allora posso dirlo: terribile, poi questo vento, e il traffico, uh, il traffico!”.
Nel libro Greggio raccontata una storia di televisione, ma soprattutto una storia di vita, vissuta nel segno della risata e dell’amicizia. “Striscia la Notizia – ha detto – è un telegiornale satirico e come tale è cambiato negli anni, così come sono cambiati il nostro Paese e il mondo intero. Abbiamo fatto anche tanto servizio pubblico, mi riferisco alle diverse inchieste portate avanti in diversi ambiti, anche sensibili. Il nostro più grande ispiratore è il pubblico, riceviamo ogni giorno tantissime segnalazioni, facciamo anche denuncia sociale, ma sempre con il nostro stile: nella televisione italiana spesso ci si urla addosso, ma per me la satira ha il potere di rendere il discorso ancora più efficace. Certo, anche le denunce fioccano, diciamo che facciamo lavorare bene gli avvocati, ecco”.
Ricordati alcuni dei tanti personaggi con cui Greggio ha fatto la storia dello spettacolo televisivo italiano e non solo: da Gianfranco D’Angelo con cui è nato Drive In a Mel Brooks, da John Landis a Enzo Iacchetti, passando per Leslie Nielsen e la sua ‘infernale invenzione’, una macchinetta ‘crea rumori molesti’.
“Vi racconto Enzino (Iacchetti, ndr): quando ci siamo incontrati a Roma anni fa per parlare di Striscia e del fatto che lo avrei voluto a condurre il programma con me era distratto, io parlavo e lui si fermava a guardare un camion in sosta o un colombo su un ramo. Quando glielo faccio notare mi risponde: ‘Tanto lo so che è tutta una presa in giro, figurati’. Il giorno della prima puntata assieme mi aveva chiamato chiedendomi la cortesia di arrivare almeno due ore prima dell’inizio della trasmissione, per poter fare le prove. La puntata iniziava alle 20.30, io sono arrivato alle 20.25. Terminata la diretta è corso in camerino, pensavo gli fosse presa un’emozione incontenibile…vado da lui, esce e mi dice ‘Ho chiamato mia mamma, mi ha detto che mi ha visto in onda. Ora ci credo, sono a Striscia la Notizia!’. Ecco, questo è Enzino”.
Ricordata anche l’esperienza nel film drammatico di Pupi Avati “Il papà di Giovanna”: “Credo che l’attore comico possa fare anche l’attore drammatico, tutti i grandi lo hanno dimostrato, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, per dirne due. Chi sa far ridere può esprimere anche altre emozioni: Pupi Avati continuava a dirmi che mi avrebbe visto bene in un ruolo drammatico, quando mi raccontò della bellissima storia che sarebbe diventata il film ‘Il papà di Giovanna’ ho accettato con entusiasmo. Stiamo lavorando ad un altro bel progetto, ma non vi svelo niente”.
Durante la chiacchierata Greggio ha ricordato anche gli anni da studente e gli inizi nel mondo dello spettacolo: “A scuola cercavo di fare del mio meglio, ma studiavo poco. Guardavo la televisione, Mike Buongiorno, Raimondo Vianello…mi piaceva già quel genere lì. I Promessi Sposi per me erano Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Poi ho cominciato come cabarettista, facevo le imitazioni, principalmente di Mike Buongiorno. Uno dei miei primi spettacoli fu in Sicilia, avevo 19 anni. Ricordo che il pubblico sembrava morto, nessuno rideva, neanche un applauso. Dopo i miei 40 minuti di esibizione mi inchino, parte un timido battimani. Vado dal direttore di spettacolo e mi scuso, ‘Sa, sono le mie prime volte’ gli dico. E lui ‘Ma che scherzi? Sei andato benissimo! All’ultimo che è stato qua le sedie ci hanno tirato!’ io resto perplesso ‘Ma nessuno ha detto niente, pensavo che…’ mi interrompe ‘Da noi si parla poco, tranquillo!'” ha riso, salutato da un applauso.
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