Lecco. Presentazione del “Festival della Speranza” e Mandato ai giovani

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Un evento diocesano che riunisce giovani, Chiesa e città per celebrare speranza, impegno e preghiera

L’iniziativa si svolgerà il 21 giugno

LECCO – Presso l’Officina Badoni di Lecco si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Festival della Speranza e del Mandato ai giovani, evento diocesano che il prossimo 21 giugno riunirà nel cuore della città numerosi giovani provenienti da tutta la Diocesi di Milano, per una giornata di festa, testimonianza e preghiera.

L’iniziativa è frutto della collaborazione tra il Servizio per i Giovani e l’Università, l’Ufficio diocesano per la Pastorale Missionaria, il PIME, la Caritas Ambrosiana, il CSI di Milano, con il sostegno delle Comunità pastorali cittadine e dell’amministrazione comunale di Lecco.

Ad aprire l’incontro di presentazione è stata Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria di Lecco, che ha evidenziato il valore dell’iniziativa, riproposta in città dopo l’edizione del 2023, organizzata nell’anno della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona.

Nasazzi ha espresso piena condivisione delle motivazioni alla base del progetto: “Siamo molto contenti perché si tratta di un’esperienza pensata dai giovani per i giovani. Troppo spesso i ragazzi vengono coinvolti solo come interlocutori, mentre in questo caso sono veri protagonisti. Mi ha colpito particolarmente il tema ‘Chiamati a guardare in alto’, un invito ad alzare lo sguardo, in una città viva e vivace. È un’esperienza unica e significativa, che dovrebbe rappresentare un punto di partenza per tutti”.

In rappresentanza dell’Amministrazione comunale è intervenuta Simona Piazza, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Lecco, sottolineando il valore partecipativo dell’iniziativa: “È un progetto che nasce dai giovani, con i giovani e per i giovani. Non è qualcosa imposto dall’alto, ma un’esperienza che parte dal basso, con l’ambizione di guardare in alto. I giovani hanno bisogno di obiettivi, di una speranza, che io chiamo motivazione, in cui credere, per cui impegnarsi, che li aiuti ad andare avanti sapendo di non essere soli. In questo caso, è l’intera città a farsi compagna di viaggio, pronta ad accompagnarli e accoglierli”.

Don Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, ha condiviso una riflessione sul significato spirituale dell’evento nel contesto cittadino: “A Lecco è più facile sentirsi chiamati a guardare in alto. La bellezza del paesaggio, dal lago che si apre sotto lo sguardo fino alle montagne che lo circondano, invita spontaneamente a sollevare gli occhi e il cuore, e a riconoscere che c’è qualcosa di grande che ci chiama a uscire da noi stessi e a metterci in gioco. La presenza di questa iniziativa a Lecco rappresenta uno stimolo importante anche per la Chiesa locale, che sta ripensando una pastorale giovanile sempre più collaborativa e inclusiva”.

Don Bortolo Uberti Ha poi sottolineato l’importanza di valorizzare lo sguardo positivo verso le nuove generazioni: “È un’occasione per guardare ai giovani con occhi nuovi e per parlare finalmente di loro in termini positivi, con speranza. Il fatto che Lecco venga ‘invasa’ da tanti giovani che portano con sé un messaggio di entusiasmo, di cammino, di valori, credo sia un segno importante anche per la città. Mi auguro che Lecco se ne accorga, che ne parli e che rifletta su questa presenza viva e significativa”.

Don Marco Fusi, responsabile del Servizio per i Giovani e l’Università della Diocesi di Milano, ha spiegato il significato profondo del tema ispirato al profeta Osea: “Il titolo ‘Chiamati a guardare in alto’ nasce da una parola profetica, ‘Chiamati a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo’. È un’espressione che descrive bene il nostro tempo, segnato da letture cupe e pessimistiche sul mondo giovanile, in cui sembra che nessuno riesca più ad alzare lo sguardo. Ma in realtà, ciascuno di noi è chiamato a farlo. Abbiamo scelto di tornare a Lecco per la sua storia, per la bellezza del luogo e, soprattutto, per le relazioni umane. Qui abbiamo trovato accoglienza e un contesto ideale per vivere un appuntamento così significativo”.

Don Marco Fusi ha poi illustrato i momenti principali del Festival della Speranza: “In Piazza Garibaldi i giovani daranno voce alla speranza con i loro linguaggi, musica, arte, poesia, testimonianze, culminando nella premiazione del concorso ‘HOPE – Creativi nella speranza'”.

“A seguire, sul lungolago, si terrà il mandato dell’Arcivescovo Mario Delpini ai giovani. Sarà presente anche un gran numero di ragazzi che si stanno preparando a partecipare al Giubileo dei Giovani, in programma a Roma dal 28 luglio al 3 agosto: una vera occasione per ‘guardare in alto’ – ha continuato Don Marco Fusi – Lo stesso vale per chi vivrà esperienze missionarie, prenderà parte ai Cantieri della Solidarietà, o parteciperà con il CSI a progetti nel mondo. Questa serata sarà un momento forte di annuncio e di speranza, perché i giovani portano dentro di sé una promessa, un desiderio, un’attesa che meritano di essere riconosciuti e accompagnati”.

Teresa Bernabè, in rappresentanza del CSI di Milano, ha sottolineato il valore dello sport come linguaggio educativo universale e strumento capace di portare speranza in contesti anche molto diversi tra loro, a livello internazionale.

A farle eco è Valentina Piazza, responsabile del progetto CSI per il Mondo: “Questa iniziativa rappresenta un’opportunità di incontro e crescita, sia per il progetto stesso sia per i tanti giovani volontari che hanno preso parte alle esperienze di missione negli anni passati, o che si stanno preparando a partire nel 2025 per il Camerun, il Burundi o il Madagascar. Il 21 giugno saremo presenti in piazza Cermenati con una postazione informativa e multisport, per testimoniare come anche lo sport possa diventare veicolo di speranza e un invito concreto a ‘guardare in alto'”.

Suor Antonia Franzini, dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Missionaria della Diocesi di Milano, ha illustrato la dimensione missionaria presente durante l’evento: “Saremo nella zona del Palazzo delle Paure con due mostre, una itinerante, dedicata a Maria Luisa Dell’Orto, missionaria uccisa ad Haiti, e l’altra intitolata ‘Oltre i muri’, che potrà essere arricchita da un’attività animata dai giovani padri comboniani. L’obiettivo è offrire uno spazio di riflessione sui muri, fisici e relazionali, che ancora dividono il nostro mondo”.

A lei si è collegato padre Vivier Sikoua del PIME, responsabile dell’animazione missionaria rivolta ai giovani, che ha ricordato anche la partecipazione della band Diorama: “Un gruppo formato da ragazzi che si sono incontrati proprio all’interno dei cammini di animazione missionaria del PIME. La loro presenza all’evento sarà un ulteriore segno del legame tra missione, musica e giovani”.

Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, ha evidenziato il valore formativo delle esperienze vissute nei Cantieri della Solidarietà: “L’estate può diventare un tempo prezioso per approfondire temi fondamentali, come il prendersi cura di sé e degli altri, soprattutto dei più lontani, attraverso l’incontro con esperienze missionarie. Da 28 anni offriamo ai giovani l’opportunità di vivere esperienze in contesti segnati da emergenze, non solo durante la fase acuta, ma anche nei percorsi di ricostruzione. Abbiamo scelto di camminare accanto alle Chiese locali colpite, per sostenere non solo la ripresa delle attività pastorali, ma anche la ricostruzione di condizioni di vita dignitose per le comunità. Queste esperienze allargano il cuore e aprono a una prospettiva concreta di speranza”.

Il Festival della Speranza sarà animato da numerose realtà e ospiti di rilievo. Tra questi, don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea, condividerà la sua testimonianza sul soccorso in mare. Sarà anche eseguita una performance musicale con il Violoncello del Mare, uno strumento unico realizzato con il legno delle imbarcazioni dei migranti.

L’evento vedrà inoltre la partecipazione del progetto Parole buone, dei giovani delle Acli di Milano, del presidio di Libera di Lecco, della Comunità di Sant’Egidio, e di due cori giovanili: Shekinah ed Elykia. Non mancheranno anche don Claudio Burgio con i ragazzi della comunità Kayros e molte altre realtà impegnate a dare voce alla speranza attraverso arte, musica, testimonianze e impegno sociale.

Il Festival della Speranza accoglierà anche un contributo artistico internazionale grazie all’opera di Pietro Zhou Qixin, artista cinese, autore della mostra “Vita vuota”, già allestita e visitabile fino al 21 giugno presso il bar Offi Coffee dell’Officina Badoni. “Nella nostra vita – ha spiegato l’artista – ci sono realtà invisibili ma essenziali, come l’amore e la fede. Nei miei disegni, la speranza si manifesta con ancora più forza proprio nei momenti di disperazione, come l’acqua che affiora nel deserto”.

“L’appuntamento del 21 giugno si presenta come un momento corale di Chiesa e città, un’occasione aperta a tutti, giovani in primo luogo, per lasciarsi coinvolgere dalla voce delle nuove generazioni e riscoprire insieme una speranza capace di spingerci a guardare in alto” concludono gli organizzatori.