L’autrice ha presentato “Il tempo sottile”
Una narrazione che unisce legami familiari, il mondo della seta e il valore della resistenza
LECCO – Una sala gremita presso Officina Badoni ha fatto da cornice alla presentazione del romanzo storico “Il tempo sottile”, firmato da Giulia Elisabetta Bianchi. L’incontro, introdotto da Pietro Dettamanti, presidente dell’Associazione Giuseppe Bovara – Archivi di Lecco e della Provincia, e moderato da Umberto Calvi, anch’egli membro dell’Associazione, ha avuto per protagonista l’autrice, che ha condotto il pubblico attraverso i concetti chiave, i personaggi e gli snodi principali del suo racconto.
Ambientato nella zona dell’Altolago durante l’ultima fase della Seconda Guerra Mondiale, il romanzo racconta la storia della famiglia Allievi che, sfollata da Milano nella casa di famiglia, si trova coinvolta in delicate vicende, come l’aiuto a una famiglia ebrea in fuga, nei mesi che precedono la Liberazione.

La villa descritta nel romanzo, collocata per esigenze narrative a Dervio, è in realtà la splendida Villa Brini di Castello sopra Lecco. Con il suo rigoglioso giardino, rappresenta un’isola felice nel grigio paesaggio urbano lecchese. Da quasi due secoli, precisamente dal 1836, appartiene alla famiglia materna dell’autrice e custodisce una storia secolare intrecciata anche a ricordi letterari. Come ha ricordato Francesco D’Alessio, nel secondo Settecento la villa appartenne al notaio e commerciante di ferro Massimiliano Manzoni, marito di Emilia Manzoni, zia paterna dello scrittore Alessandro.
L’autore de “I Promessi Sposi” frequentò, da bambino, durante le sue lunghe permanenze lecchesi, la casa degli zii, che ancora oggi conserva la struttura originaria, sebbene la facciata sia stata “aggiornata” nel corso dell’Ottocento. “Come emerso nel dialogo e nel romanzo di Giulia Elisabetta Bianchi, la casa assume il ruolo di rifugio e porto sicuro, capace di accogliere e proteggere con amore chi la abita. Allo stesso modo, nella realtà, Villa Brini è stata custodita e preservata proprio grazie al profondo legame affettivo che unisce a essa la famiglia, tuttora proprietaria dell’edificio” spiegano gli organizzatori.

“Alla fine degli anni Trenta fu elaborato un progetto che prevedeva la demolizione della chiesa parrocchiale di Castello sopra Lecco, ritenuta all’epoca troppo piccola per le esigenze della comunità, e la costruzione di una nuova chiesa proprio al posto dell’antica e tranquilla dimora, destinata quindi ad essere abbattuta – proseguono gli organizzatori dell’incontro – A salvarla fu la ferma opposizione di Giulio Brini, allora proprietario dell’edificio, che, mosso da un profondo legame affettivo, si rifiutò di cedere la casa di famiglia. Una vera e propria forma di ‘resistenza’, non solo simbolica”.
Gli interventi dell’autrice si sono alternati alle letture di alcuni brani del romanzo, interpretati con grande maestria da Gianfranco Scotti. Il legame con la famiglia Brini, tra le più importanti dinastie seriche originarie del Lecchese, è stato valorizzato anche attraverso un’esposizione allestita in fondo alla sala da Anna Maria Molinari e Carlo Polvara, con oggetti provenienti da collezioni private e legati al mondo della seta.

Tra i cimeli esposti hanno suscitato particolare interesse un’aspatrice e una bilancia “titolatrice” utilizzata per pesare le matasse di seta; i ritratti dei capostipiti della famiglia Sala, imparentata con i Brini; editti di inizio Ottocento relativi al complesso del Seminario, trasformato in stabilimento serico proprio dai Sala; e persino alcuni bozzoli di baco da seta insieme a rami di gelso, essenziali per la bachicoltura.
Al termine della presentazione, Paolo Colombo, presidente di Officina Gerenzone APS, che ha collaborato all’organizzazione dell’evento, ha illustrato ai presenti il percorso della passeggiata organizzata nella mattina di sabato 20 settembre, dedicata ai luoghi che segnarono l’ascesa serica delle famiglie Sala e Brini.
Per chi non ha potuto partecipare alla serata, l’incontro sarà presto disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Giuseppe Bovara. Il prossimo appuntamento è fissato per il 10 ottobre: nell’ambito del Medfest, Officina Badoni ospiterà una conferenza del prof. Giuseppe Pacciarotti dedicata al tema dei “neomedievalismi” nei territori di Varese e Lecco.

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