Festival della Letteratura, spettacolo teatrale “Nell’occhio del labirinto”

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Continuano gli appuntamenti della rassegna

Un’apologia di Enzo Tortora interpretata da Simone Tudda

MANDELLO DEL LARIO – Continuano gli appuntamenti del Festival della Letteratura, organizzato dall’Assessore alla Cultura e Istruzione, Doriana Pachera. In programma lo spettacolo dal titolo “Nell’occhio del labirinto“, interpretato da Simone Tudda e scritto e diretto da Chicco Dossi. E’ un monologo incalzante che va oltre la rievocazione storica penetrando nella psicologica del condannato innocente Enzo Tortora. L’appuntamento è per venerdì 10 maggio alle ore 21 presso il Cinema Teatro Fabrizio de André

“Il ‘caso Tortora‘ è un caso di malagiustizia, forse il più eclatante perché perpetrato ai danni di una persona nota e apprezzata a tutti gli italiani. L’autore indaga e si accorge di accuse mosse senza nessuna prova, magistrati smaniosi di arrestare il “nome grosso”, che non leggono gli atti dei processi, blitz antimafia venduti alla stampa ancora prima che avvengano, il tutto ai danni di un uomo totalmente estraneo ai fatti e non associato in alcun modo agli ambienti camorristici” spiega Doriana Pachera, Assessore alla Cultura e Istruzione.

“Spesso riteniamo che il XXI secolo sia l’era delle fake news, dello strapotere dei media nel dirigere da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Il caso Tortora è l’esempio lampante di come la manipolazione delle informazioni affondi le sue radici più indietro nel tempo: testate autorevoli e firme di tutto rispetto hanno contribuito a questa grottesca macchina del fango basata su ‘pettegolezzi giudiziari’, fiumi di calunnie imperniate sul ‘sentito dire’, cacce grosse allo scoop più bieco per dipingere una persona onesta come un mostro dalla doppia faccia, quella del presentatore che intrattiene le famiglie sulla televisione di Stato e quella del malavitoso capace di spostare milioni di lire e chili di cocaina con uno schiocco di dita” commenta Doriana Pachera.

“Il caso Tortora non è incredibile soltanto per la crudeltà con cui giudici, stampa e opinione pubblica si sono accaniti nei confronti di un innocente. La storia di Enzo è la storia di un uomo che, dall’alto della sua posizione di personaggio pubblico, ha deciso di farsi portavoce di una battaglia che non ha colore politico: quella della giustizia giusta. Avrebbe potuto darsi alla macchia come già altri, meno innocenti, prima di lui avevano fatto, avrebbe potuto sottrarsi a un processo che sapeva essere iniquo – continua l’Assessore alla Cultura e Istruzione – Consapevole di essere innocente, Tortora si è spogliato dell’immunità di europarlamentare per farsi giudicare da un tribunale che non lo vedeva come imputato, ma come nemico. Consapevole di essere innocente, ha messo la sua storia a disposizione di tutte le persone che sono nella sua stessa situazione ma non hanno i mezzi e le possibilità di essere giudicate in maniera equa”.

“Il monologo interpretato da Simone Tudda, segnalato al 30° Premio Hystrio alla Vocazione, si dipana in una narrazione continua dove i dati sono sempre raccontati in maniera essenziale per comprendere le vicende, si alterna tra la terza persona di un narratore onnisciente che va a spiare i detenuti del carcere di Forte Longone e la prima persona del giornalista, fino a scavare nella sua interiorità nel momento dell’arresto, provando a immaginare come possa essersi sentito, braccato in piena notte dai carabinieri all’Hotel Plaza di Roma. Iniziano così i suoi anni nell’occhio del labirinto, espressione che vuole unire la morbosità della stampa che, per una copia venduta in più, non ha esitato a ignorare i fatti per far posto al sensazionalismo più bieco” conclude così Doriana Pachera.

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