De Marcellis presenta il suo libro “Selvatico in Val Gerola” in occasione del suo novantesimo compleanno
“Sono tornato in montagna spinto dal desiderio di riconnettermi con me stesso e di riappropriarmi del mio tempo”
MANDELLO DEL LARIO – La presentazione del libro di Firmino De Marcellis ha riscosso un grande successo nella sede degli Alpini di Mandello, dove la sala era gremita di spettatori entusiasti. Le emozioni suscitate dal racconto di Firmino hanno catturato l’attenzione del pubblico, che ha risposto con calorosi e ripetuti applausi, rendendo la serata indimenticabile.
L’incontro, parte del Fuori Festival della Letteratura organizzato dall’Assessorato alla Cultura di Mandello del Lario, ha visto l’Assessore alla Cultura, Doriana Pachera, introdurre Firmino De Marcellis, che ha festeggiato il suo novantesimo compleanno il 20 settembre. In questa occasione, l’autore ha presentato il suo primo libro, “Selvatico in Val Gerola”, rivisitato e rieditato quest’anno per celebrare questo importante traguardo.
Firmino, invitato a parlare dal direttore editoriale Emanuele Bosso, ha condiviso le ragioni che lo hanno spinto nel 1991 a tornare nella sua baita di pietra in Val Gerola.
De Marcellis commenta: “Sono tornato in montagna spinto dal desiderio di riconnettermi con me stesso e di riprendere possesso del mio tempo, dei giorni che scorrono e della mia esistenza. In montagna, il tempo è segnato dalla fatica necessaria per sostentarsi, una fatica che appaga perché segue un ritmo naturale”.
“La solitudine assume un sapore diverso e non fa più paura. Non è necessario avere un televisore o un cellulare: per riempire i silenzi bastano il crepitio e il calore di un camino, i cieli stellati, gli animali e i suoni della natura, che la frenesia della vita urbana spesso ci impedisce di percepire” spiega Firmino De Marcellis.
Inoltre, aggiunge: “Quando l’incontro con l’altro si verifica, riacquistiamo il piacere perduto della condivisione e dell’ascolto. Oggi siamo così presi dai mille impegni che ci allontaniamo gli uni dagli altri, sentendoci più soli tra la folla che in una baita sperduta in montagna”.
Lo scrittore sottolinea di essere un cacciatore pentito, avendo scoperto l’importanza dell’esistenza di ogni essere vivente. Aggiunge che, anche quando cacciava, lo faceva nel rispetto dell’animale, evitando di infliggere sofferenze inutili e promuovendo tra gli altri cacciatori pratiche più “umane”.
In conclusione, al termine della serata, si è svolto un firma copie con dediche personalizzate da parte di Firmino, seguito da un brindisi augurale per tutti i presenti.