Leggermente a Merate fa scoprire un Manzoni insolito, grazie alle sue due mogli

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Ieri sera, venerdì, in Auditorium a Merate la presentazione del libro “Le due mogli di Manzoni” di Marina Marazza

Incalzata dal professor Gianmarco Gaspari, Marazza ha raccontato un Manzoni “più empatico rispetto a quello dei santini”

MERATE – Un Manzoni insolito, visto con gli occhi delle donne che gli sono state a fianco nella vita, più empatico e “umano” rispetto a quello dei santini.

E’ la fotografia restituita dal libro “Le due mogli del Manzoni”, scritto da Marina Marazza, presentato ieri sera, venerdì, all’auditorium Spezzaferri del Comune di Merate nell’ambito della rassegna Leggermente.

Leggermente Merate

La serata è stata aperta dai saluti dell’assessore Franca Maggioni, in sala al posto della collega alla Cultura Fiorenza Albani, che ha ricordato il profondo legame della città di Merate con Manzoni, che da giovane studiò al collegio che ora porta il suo nome. Dopodiché la scena è stata rapita dal professor Gianmarco Gaspari, professore di lettere all’università dell’Insubria in un dialogo ricco e serrato con l’autrice del romanzo Marina Marazza.

 

“Una scrittrice che ha dedicato molto del suo lavoro a questo tema e che è anche conosciuta per un libro analogo dedicato alla moglie di Dante” ha introdotto, lasciando poi spazio alla scrittrice che ha spiegato come il suo romanzo nasca e sia costruito intorno a una robusta ricostruzione storiografica, effettuata attraverso la consultazione di fonti e documenti. “Penso che uno dei modi migliori per raccontare sia dar la voce alle mogli, spesso misconosciute che sono state a grandi uomini. Pensiamo alla moglie di Dante, di fatto sconosciuta da tantissimi. Anche per Manzoni è così: conosciamo Enrichetta, la prima moglie, ma per gli studi scolastici, mentre di Teresa, la seconda moglie, sappiamo ben poco anche per via della campagna di stampa contro effettuata dalla suocera Giulia Beccaria”.

L’occhio di Teresa su Alessandro, di cui si era innamorata ben prima di conoscerlo di persona leggendo tutti i suoi testi, ci restituisce un Manzoni più autentico e reale, con le sue nevrosi e le sue fobie, come quella degli spazi aperti e chiusi, intuibili anche dal suo sommo romanzo “I Promessi Sposi”.