LECCO – C’è grande attesa per la serata finale del Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni al Romanzo Storico, organizzato da 50&Più Confcommercio Lecco. L’appuntamento è in calendario sabato 22 ottobre al Teatro della Società di Lecco a partire dalle ore 21 (ingresso libero fino a esaurimento posti).
A contendersi il Premio Manzoni 2016 saranno “L’uomo del futuro” di Eraldo Affinati (Mondadori), “Noi che gridammo al vento” di Loriano Macchiavelli (Einaudi) e “Il giardino delle mosche” di Andrea Tarabbia (Ponte delle Grazie). I tre finalisti sono stati individuati prima dell’estate dalla Giuria Tecnica, composta da Ermanno Paccagnini (presidente), Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli, Giovanna Rosa.
Sabato Affinati, Macchiavelli e Tarabbia saliranno sul palco del Teatro della Società e avranno l’opportunità di raccontare le loro opere al pubblico presente, stimolati dalle domande e dalle riflessioni di Ermanno Paccagnini e di Stefano Motta.
Ma a stabilire il vincitore, così come successo nel 2015 con Massimo Zamboni e il suo romanzo “L’eco di uno sparo” (Einaudi), sarà il responso della Giuria Popolare: le buste contenenti i voti saranno aperte in diretta durante la serata del 22 ottobre alla presenza del notaio Federica Croce. La Giuria Popolare è composta quest’anno da 100 lettori, segnalati grazie alla collaborazione delle librerie Cattaneo, Ibs-Libraccio, Libreria Volante, Parole nel Tempo di Lecco, Perego Libri di Barzanò e La Torre di Merate e delle biblioteche di Valmadrera, Costa Masnaga e Sirone.
[clear-line]
I FINALISTI
– “L’uomo del futuro”, Eraldo Affinati
Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923, in una famiglia colta e benestante. Ma molto presto inizia a lavorare dentro di lui un’inquietudine, una ribellione radicale per le diseguaglianze che vede intorno a sé. Così, mentre la guerra infuria, entra in seminario e, venticinquenne, viene ordinato prete. Da qui comincia il suo percorso di educatore e “incendiario” predicatore, culminata negli anni in cui a Barbiana darà vita alla sua scuola straordinaria e scriverà “Lettera a una professoressa”, un testo fondamentale dal ’68 a oggi. Eraldo Affinati, cerca tracce della vita di don Milani ripercorrendone i passi, i luoghi, incontrando chi lo conobbe. A queste pagine alterna capitoli in cui racconta di “altri don Milani” incontrati in tutto il mondo: figure di insegnanti e testimoni della possibilità di un’educazione fondata sull’esempio personale, su un rigore che si coniuga con una profonda empatia
[clear-line]
– “Noi che gridammo al vento”, Loriano Macchiavelli
Aprile 1980. Stella lascia Basilea, dove lavora all’Università, e parte all’improvviso per Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo. Appena arrivata, fa amicizia con Eva, Ditria e Vito. Ma forse non è la prima volta che li incontra. Forse doveva tornare in quella terra per scoprire l’origine degli incubi che la tormentano. Anche George, ‘u miricanu, arriva a Palermo dagli Stati Uniti. Ha una missione: parlare con chi comanda – in Sicilia e non solo – di alcuni misteriosi documenti che potrebbero far vacillare la stabilità della Repubblica. Poi c’è Francesca, Ceschina per gli amici. Si aggira per i feudi attorno a Piana con una mitraglietta nello zaino, e se il primo maggio sale sempre a Portella non è per partecipare alle celebrazioni. Loriano Macchiavelli scava ancora una volta in uno dei nodi oscuri e irrisolti della nostra storia, ovvero quello di Portella della Ginestra. Rievocando la madre di tutte le stragi italiane, mette in scena un pericoloso gioco di accordi tra mafia, politica e servizi segreti. E soprattutto racconta la dolorosa, umana verità di persone e luoghi violati.
[clear-line]
“Il giardino delle mosche”, Andrea Tarabbia
Tra il 1978 e il 1990, mentre in Unione Sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, Andrej Cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, uccideva nei modi più orrendi quasi 60 persone. Le sue vittime avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della società o non si sapevano adattare alle sue regole. Erano insomma simboli del fallimento dell’Idea comunista, sintomi dell’imminente crollo del Socialismo reale. Questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei più feroci assassini del Novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all’arresto. E fa di più. Osa raccontare l’orrore e il fallimento in prima persona: Cikatilo, infatti, svela le sue pulsioni più segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. “Il giardino delle mosche” è un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un’anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del Male.
[clear-line]
Premio Manzoni Romanzo Storico: albo d’oro
• 2005 – Prima edizione
Vincitore Antonia Arslan, “La masseria delle allodole” (Rizzoli)
• 2006 – Seconda edizione
Vincitore Grazia Livi, “Lo sposo impaziente” (Garzanti Libri)
• 2007 – Terza edizione
Vincitore Salvatore Niffoi, “Ritorno a Baraule” (Adelphi)
• 2008 – Quarta edizione
Vincitore Giuseppe Conte, “L’adultera” (Longanesi)
• 2009 – Quinta edizione
Vincitore Giuseppe Pederiali, “La vergine napoletana” (Garzanti Libri)
• 2010 – Sesta edizione
Vincitore Marta Morazzoni, “La nota segreta” (Longanesi)
• 2011 – Settima edizione
Vincitore Alessandro Barbero, “Gli occhi di Venezia” (Mondadori)
• 2012 – Ottava edizione
Vincitore Boris Pahor, “Figlio di Nessuno – Un’autobiografia senza confini” (Rizzoli)
• 2013 – Nona edizione
Vincitore Beatrice Masini, “Tentativi di botanica degli affetti” (Bompiani)
• 2014 – Decima edizione
Vincitore Fausta Garavini, “Le vite di Monsù Desiderio” (Bompiani)
• 2015 – Undicesima edizione
Vincitore Massimo Zamboni, “L’eco di uno sparo” (Einaudi)