LECCO – Dal prossimo agosto, 400 imprese della provincia di Lecco rischiano di non poter più lavorare, così come altre 80mila imprese italiane di installazione impianti nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia).
Lo stabilisce il decreto legislativo 28 del 2011, che recepisce una direttiva europea e, tra i requisiti per poter installare impianti, non prevede l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche. In pratica, agli operatori in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro, si nega il riconoscimento della qualificazione professionale acquisita e imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti.
Per la nuova normativa è come se non esistessero. Con il risultato che, dal 1° agosto, migliaia di installatori di impianti nel settore delle fonti rinnovabili saranno tagliati fuori dal mercato.
Gli Impiantisti di Confartigianato si stanno battendo da tempo contro questa norma, sollecitando l’intervento del Governo e del Parlamento per modificare una disposizione assurda che finisce per creare una nuova categoria di esodati. Ma finora le richieste di chiarimento e di modifica sono rimaste senza risposta.
“Chiediamo – sottolinea Franco Rotta, presidente degli Installatori Elettrici di Confartigianato Lecco – di cambiare un decreto che ci nega il diritto di lavorare. Qualora non venisse fatta chiarezza sull’applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un Responsabile tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito – se non è laureato o diplomato – di continuare a svolgere il suo lavoro. Soprattutto nell’attuale momento di crisi, questa norma si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori. Tutto il contrario di quanto servirebbe per favorire l’occupazione e contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”.
“Il Governo ed il Parlamento devono garantire a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività – prosegue Oscar Buzzoni, presidente dei Termoidraulici lecchesi – Appare evidente la lesione del principio di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta, e che rischierà di consolidare posizioni dominanti. E’ una situazione assurda, che crea enorme preoccupazione tra gli operatori, già gravati da una massiccia fiscalità, da una pesante burocrazia e da una legislazione così mutevole da spostare sempre più in alto l’asticella per rimanere sul mercato”.