Carsana rischio chiusura: concordato liquidatorio vicino

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LECCO – Non sono buone notizie quelle emerse venerdì mattina in Provincia nell’incontro sulla crisi della Pietro Carsana: la proprietà dell’impresa sarebbe intenzionata a presentare al Tribunale la proposta per un concordato liquidatorio, una procedura che liquidando i beni dell’azienda garantirà di pagare in larga parte i creditori, con quote maggiori rispetto alla procedura fallimentare, ma che apre le porte al licenziamento l’intera forza lavoro.

Azienda avrebbe dichiarato ai sindacati di aver tentato invano la possibile vendita dell’impresa o parte di essa; non ci sarebbero state manifestazioni di interesse. Entro il 5 dicembre ora l’impresa dovrà presentare la propria relazione al tribunale che deciderà se ammettere o meno questa richiesta.

La proprietà, rappresentata al tavolo dalla stessa titolare Alessandra Carsana, avrebbe però anticipato anche l’intenzione di chiedere una proroga al Tribunale e questo potrebbe complicare ulteriormente la situazione dei lavoratori perché, se il concordato non verrà avviato entro il 31 dicembre, non ci sarà modo di ottenere la cassa integrazione straordinaria e quindi ai lavoratori spetterebbe la sola indennità di liquidazione.

 

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“Rischiano di ritrovarsi cornuti e mazziati” spiega Giuseppe Cantatore di Fillea Cgil, che ha partecipato all’incontro insieme ai colleghi Ignazio Verduzzo di Filca Cisl e Gianluca Callina della Feneal Uil.

“Abbiamo posto due problemi – prosegue il sindacalista – che oltre alle politiche attive le istituzioni si facciano carico di cercare potenziali compratori, permettendo così all’impresa di restare in vita e preservare la forza lavoro e di accelerare i tempi perché si rischia di andare oltre il 31 dicembre, facendo perdere ai lavoratori un importante ammortizzatore sociale”.

Una richiesta che i sindacati rivolgeranno anche ai commissari giudiziari che oggi non erano presenti al confronto e che i sindacalisti incontreranno nei prossimi giorni.

Presente invece l’assessore comunale di Lecco, Riccardo Mariani, che ha espresso la propria frustrazione per l’interessamento tardivo da parte delle istituzione sulla vicenda: “E’ sempre doloroso assistere allo scenario di chiusura di un’azienda soprattutto per le 138 persone che si troveranno senza lavoro in un comparto dove è difficile il reinserimento lavorativo. C’è frustrazione da parte nostra perché si è giunti ad un tavolo istituzionale quando lo scenario è ormai predefinito, se ci avessero coinvolti prima avremmo avuto maggiori possibilità di intervento”.

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