LECCO – Sono tempi ancora incerti per l’impresa Pietro Carsana: dopo la presentazione dei piano concordatario a fine anno, lo scorso 14 aprile è avvenuta l’adunanza dei creditori che nelle prossime settimane deciderà se accettare la proposta dell’azienda, quindi consentire al concordato (al 23%), altrimenti per la Carsana si si aprirà la strada del fallimento.
“Siamo in attesa di capire cosa succederà – spiega Gianluca Callina, funzionario di Fenal Uil che insieme ai colleghi di Cgil e Cisl ha seguito la vicenda Carsana – i lavoratori in questo momento stanno percependo la cassa integrazione straordinaria e sono coperti dall’ammortizzatore fino a dicembre”.

Sono circa 115 dipendenti ancora in forze all’impresa, una ventina, conferma il sindacalista, avrebbero scelto dal mobilità volontaria perché assunti da altre imprese a tempo indeterminato o agenzie interinali per brevi periodi in altre aziende, altri perché hanno deciso di mettersi in proprio, aprendo partita IVA. Per i rimanenti resta la speranza di una ricollocazione.
“L’unico ente che si sta muovendo per loro è la Provincia con corsi di formazione e colloqui di gruppo, cinque quelli a cui i dipendenti hanno potuto accedere finora e stanno proseguendo in questi giorni. Il dispiacere – denuncia Callina – è leggere sui giornali che la Fondazione Carsana fa beneficienza effettuando stage per i disoccupati, c’è malumore tra i dipendenti perché al contrario loro si sono sentiti abbandonati dalla loro titolare”.
I lavoratori, aggiunge il sindacalista, devono ancora percepire il 40% della retribuzione di settembre ed una settimana di ottobre. “Soldi che verranno loro restituiti una volta che verrà accettato il concordato, altrimenti, se l’azienda fallirà, sarà necessario aprire una vertenza”.

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