LECCO – Nel Comasco si verificano in media oltre 100 attacchi in un anno alla zone agricole, nel Lecchese si sfiorano i 150 e per entrambe le zone nel 65% dei casi di tratta di incursioni di cinghiali, che devastano le colture e rivoltano il terreno. Il dato è stato diffuso dalla Coldiretti che ha chiesto misure atte a proteggere il lavoro dei coltivatori.
“Sono animali molto prolifici – spiega Coldiretti – e l’opera di limitazione della popolazione per adesso ha dato scarsi risultati, visto che in tutta Italia avrebbero raggiunto il milione di capi”.
“Servono misure che preservino la specie, anche se non è assolutamente a rischio di estinzione, anzi è proprio il contrario, ma che salvaguardino l’agricoltura, perché se dobbiamo solo mettere a disposizione i nostri campi per far vivere cinghiali e cervi, forse è meglio che cambiamo mestiere” dicono Giorgio Ballotta, orticoltore e florovivaista di Castiglione d’Intelvi (CO) e Giacomo Ruiu, che alleva sia vacche che pecore e capre a San Fedele d’Intelvi. “Chiudere la stagione della caccia a dicembre rappresenta l’autorizzazione non scritta al ripopolamento” dice Giancarlo Albini, allevatore di vacche da latte a Gravedona e Uniti Garzeno (CO) “perché è proprio il periodo in cui nei boschi si dirada lo spessore delle foglie, aumenta la visibilità e i cinghiali sono alla ricerca delle femmine in calore”
Fra Como e Lecco l’altro grande problema, secondo la Coldiretti, è causato dai cervi. “Nei giorni scorsi li ho contati: sono addirittura 50 quelli che si aggirano contemporaneamente intorno alla recinzione della mia azienda. Sono molto spaventata” dice Elisa Rusconi allevatrice di cavalli a Carlazzo (CO). Mentre ad Annibale Ortelli, florovivaista a Menaggio (CO) è andata anche peggio: “Oltre al danno, la beffa. Prima ho subito i danni degli animali selvatici all’interno della mia azienda e poi, di recente in auto, mi sono scontrato con un capriolo; il paraurti dell’auto è andato distrutto ed io sono salvo per miracolo”.
“Gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli, danneggiano gli allevamenti e causano incidenti stradali per un totale di danni che supera i 170 mila euro l’anno, nelle sole province di Como e Lecco, dati che in ogni caso riflettono solo una parte della realtà – sottolinea la Coldiretti – perché sempre più spesso gli agricoltori, scoraggiati, evitano di richiedere l’indennizzo; senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime come la recente aggressione di una volpe ai danni di un anziano a Lanzo (CO) o nel bresciano dove quest’anno un agricoltore è stato caricato e ucciso da un cinghiale che tentava di scacciare dal proprio campo, poco lontano dalla porta di casa. Serve un piano interprovinciale – conclude Coldiretti Como Lecco – che coinvolga le istituzioni, gli agricoltori, i cacciatori e anche le associazioni dei consumatori per decidere delle linee di intervento chiare per fermare l’invasione”.