LECCO- “Apprendiamo dai lavoratori interessati una notizia che lascia basiti: dal 7 luglio è chiuso il laboratorio di analisi della casa di Cura Mangioni con conseguente licenziamento in tronco di due lavoratori, la direttrice ed il tecnico, per motivi di riequilibrio economico” così Catello Tramparulo, di CGIL, Francesca Bodega, di CISL FP e Italo Bonacina di UIL FPL.
Le OS non avrebbero avuto da parte della direzione alcuna comunicazione in merito, né durante le trattative sindacali avvenute nel corso del 2016 si sarebbe mai fatto cenno a problematiche legate al laboratorio.
“Abbiamo chiesto un incontro urgente con la Direzione, ma non ci è stato ancora risposto nulla” continuano i portavoce.
Dopo la chiusura del punto nascita, faticosamente gestito, attraverso un accordo sindacale che ha salvaguardato i posti di lavoro, chiusura peraltro imposta da regione Lombardia, si dicono preoccupati per il livello occupazionale dell’azienda che questa volta avrebbe deciso per un taglio in maniera unilaterale.
“Vale però la pena ricordare che la ristrutturazione per riequilibrio economico viene imposta da una Casa di Cura facente parte di una holding, il Gruppo Villa Maria , terzo gruppo di sanità privata in Italia con diverse sedi all’estero che nel 2014 ha dichiarato un fatturato di 462 milioni di euro, un utile di 9 milioni e 2500 dipendenti, in continua espansione.
La chiusura del laboratorio, dunque, è un ulteriore segnale negativo parte della proprietà che aveva garantito il rilancio della struttura storica del lecchese.
Sulla vicenda invochiamo l’intervento dell’ATS per verificare la correttezza dell’operazione , soprattutto riguardo la sicurezza dei pazienti.
E’ inoltre del tutto evidente che ci batteremo nelle sedi opportune per i lavoratori licenziati” concludono.