Al territorio lecchese l’istituto tecnico Badoni ha dato numerosi imprenditori e circa il 50 % dei dipendenti delle aziende manifatturiere. Ed è un esemio di eccellenza didattica. Nelle gare nazionali tra scuole superiori i suoi studenti quando non vincono arrivano comunque piazzati. Al momento di entrare all’università, inoltre, primeggiano nelle graduatorie dei test di ammissione del politecnico.
Un fiore all’occhiello, insomma, che a causa dei ristretti finanziamenti alla scuola rischiava di regredire dalla serie A a quelle inferiori, soprattutto sul versante pratico dei laboratori. E così a dargli ossigeno arriva il mondo dell’economia, su spinta della Confindustria lecchese e del suo presidente Giovanni Maggi. Una ventina d’imprese, la Camera di Commercio di Lecco e una banca, il Credito valtellinese, stanno creando la “Fondazione per la salvaguardia della cultura industriale – Antonio Badoni”, un soggetto che cercherà di trasferire fondi alla scuola e creerà una rete di relazioni e di scambi con le aziende e il mondo del lavoro a favore degli studenti.
Sarà formalizzato a metà dicembre, raccoglie un capitale di 700mila euro che il Creval cercherà di far fruttare finanziariamente per girarne i risultati al Badoni. Negli anni di vacche magre per gli investimenti finanziari la fondazione attiverà campagne di raccolte fondi su singoli progetti.
La prima a rispondere alla chiamata è stata la Camera di Commercio con 50 mila euro nel 2011 e altri 150 nel 2012, poi le altre aziende con partecipazioni di almeno 5mila euro, tra cui la AAG Stucchi, la Omet, la Maggi catene, la Fiocchi, il gruppo G.R. informatica (leggi qui l’elenco). “In un prossimo futuro abbasseremo il tetto minimo di entrata, per consentire il massimo flusso di appoggi, puntiamo a un capitale di un milione di euro” ha rivelato Maggi.
Ma non sarà solo una mera questione si sostegno economico, la fondazione metterà in moto un modello di relazioni scuola/impresa che si completerà con la reciproca conoscenza sia attraverso gli stage degli studenti che – ed è questo un fatto innovativo – dei docenti, come ha annunciato il dirigente scolastico del Badoni Roberto Peverelli.
Perché poi alla fine, “Per le aziende che devono fronteggiare nuove sfide” contano soprattutto le competenze come ha sottolineato Vico Valassi, presidente della Camera di commercio di Lecco.
E siccome in Italia convivono attualmente due fattori critici, che sono il bisogno d’innovazione e al contempo forte disoccupazione nella ascia giovanile portatrice di creatività e idee nuove come quella giovanile, la Fondazione gruppo Credito valtellinese – ha spiegato il presidente Angelo Palma – si sta impegnando per superare questo paradosso e far incontrare i ragazzi preparati con il mondo del lavoro.
Lo sforzo è per il mantenimento degli standard didattici delll’istituto Badoni, non fargli perdere il passo dell’innovazione e consentirgli di rimanere valido vivaio per le realtà produttive che devono essere competitive nel mercato globale.
Sotto l’intervista al dirigente scolastico Roberto Peverelli