Al centro la relazione del presidente nazionale Carlo Sangalli
A Roma anche Antonio Peccati presidente di Confcommercio Lecco
LECCO – Mercoledì 8 giugno si è svolta all’Auditorium della Conciliazione di Roma l’assemblea di Confcommercio. Ad aprire i lavori della 36^ assemblea generale della confederazione (che ha visto il saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la partecipazione del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti), è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Tanti i temi trattati nel suo intervento dal presidente nazionale, tra cui spiccano un affondo sulla crisi ed energia (“Abbiamo bisogno di più Europa per far fronte alle ripercussioni diseguali della crisi energetica e delle sanzioni sui diversi Paesi. Perché quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici. Inoltre va ribadito che la sostenibilità ambientale o è anche economica e sociale o non è”) e un passaggio importante sul valore delle città (“La nostra prossimità, fatta di tante attività, con le persone come protagoniste è stata un servizio per tutti, un’occasione di socialità, un presidio di speranza. Per noi, che siamo la rappresentanza delle città e nelle città, le città restano fabbriche di servizi, luoghi nei quali la creatività e la capacità di innovazione, di imprese e cittadini, trovano modo di esprimersi”).
“Come sempre il presidente Sangalli ha saputo affrontare i principali temi di interesse con uno sguardo a 360° – sottolinea il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati – Ringraziamo ancora una volta per le sue parole chiare ed efficaci. Il richiamo al rischio che i costi energetici siano ancora più pericolosi per le imprese del Covid è reale e urgente: serve la massima attenzione da parte della politica. Così come abbiamo particolarmente apprezzato il passaggio sui valori delle città e della prossimità: i negozi di vicinato e le piccole realtà di paese rappresentano la spina dorsale del nostro territorio”.
La relazione del presidente Sangalli era iniziata con un doveroso passaggio sulla guerra (“Il vaccino contro la guerra esiste. Lo troviamo nei valori occidentali ed europei, nel multilateralismo tenace e nel coordinamento paziente tra stati liberi e democratici. Lo si scopre dentro le azioni ragionevoli per la pace equa, dentro la solidarietà e l’aiuto concreto alle vittime ucraine e ai profughi di guerra”), prima di rivolgere lo sguardo verso il Paese: “Prima di questa crisi, il terziario di mercato, cioè le nostre imprese, anche nei periodi difficili per l’economia, riusciva a riassorbire e compensare gli effetti negativi, soprattutto sotto il profilo dell’occupazione. Oggi, invece, i servizi hanno lasciato sul campo della pandemia 930mila unità di lavoro rispetto al 2019. Se non riparte il terziario, non riparte l’Italia”.
Un settore che invece gode di buona salute in questo momento è il turismo: “Oggi le prospettive per il turismo italiano sono buone, ma serve un recupero completo e questo è ancora da raggiungere. Di turismo, invece, nelle politiche pubbliche, si parla troppo poco”. Molto apprezzato anche il passaggio del presidente Sangalli sul lavoro: “Serve un patto per rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro. Un patto che diventa così una risposta alla questione del salario minimo. Una risposta che si basa sulla valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi. Ci ha fatto grande piacere che tante voci autorevoli nel Governo, commentando la decisione europea sul salario minimo, abbiano ribadito la centralità del sistema della contrattazione collettiva, che caratterizza in positivo il nostro Paese”.