L’analisi congiunturale rivela che non tutti gli indicatori, però, sono tornati ai livelli pre-Covid
Le aspettative per il 1° trimestre 2022 registrano qualche rallentamento, specie per commercio e servizi
LECCO – Il 2021 è stato un anno positivo per l’economia lariana: rispetto al 2020, tutti gli indicatori risultano in crescita in entrambi i territori. Nel comparto industriale, la produzione registra un +15,7% a Como e un +14,5% a Lecco; gli ordini rispettivamente +21,9% e +20,1%; il fatturato +19,8% e +21,3%. L’artigianato mostra variazioni superiori ai 10 punti percentuali per produzione e fatturato in entrambi i territori (a Como produzione +11,4% e fatturato +14%; a Lecco tutti e due +13,2%) e leggermente sotto questa soglia per gli ordini (Como +9% e Lecco +9,7%). Il volume d’affari del commercio aumenta dell’8,6% a Como e del 4,3% a Lecco; quello dei servizi è rispettivamente pari a +18,7% e +16,4%.
A Como, restano inferiori ai livelli pre-Covid la produzione in entrambi i comparti del manifatturiero (-1,7% nell’industria e -2% nell’artigianato) e gli ordini dell’artigianato (-2,7%). Anche a Lecco questi ultimi non hanno ancora recuperato i livelli del 2019
(-1,2%); resta inferiore anche il volume d’affari dei servizi (-0,6%). Viceversa, tornano superiori ai livelli del 2019: a Como ordini e fatturato dell’industria (rispettivamente +3,7% e +4,5%); fatturato dell’artigianato (+14%) e volume d’affari di commercio e servizi (rispettivamente +2,4% e +0,1%). A Lecco, tutti gli indicatori del comparto industriale hanno superato i valori del 2019 (produzione +9%, ordini +13,8%, fatturato +14,5%), come pure la produzione e il fatturato dell’artigianato (rispettivamente +1,9% e +1%) e le vendite del commercio (+5,8%).
A Lecco gli imprenditori industriali prevedono che la ripresa proseguirà anche nel 1° trimestre: tutti i saldi tra ottimisti e pessimisti risultano in miglioramento, a eccezione della domanda interna (che passa +10,9% a +9,2%). L’occupazione passa da +16% a +20,2%; la domanda estera da +14,8% al +15,3% e la produzione da +17,2% a +18,2%. Viceversa, tutti in peggioramento i saldi tra ottimisti e pessimisti nell’artigianato: per la produzione la differenza passa da +17,6% a +2,1%; per l’occupazione da +9,4% a +5,4%; per la domanda estera da +7,1% a un saldo nullo. Torna negativo il saldo della domanda interna (che passa da +12,9% a -3,3%). I pessimisti tornano a superare gli ottimisti anche per il volume d’affari del commercio: il saldo passa da +29,9% a -9,3% e peggiora anche la differenza sull’occupazione, da +10,6% a saldo nullo. Anche per i servizi, i pessimisti superano nuovamente gli ottimisti per il volume d’affari (il saldo passa da +3,4% a -1%), mentre migliora quello dell’occupazione da +4,6% a +12,4%.