Coldiretti Como-Lecco: la siccità torna a preoccupare gli agricoltori lariani

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(foto archivio)

Resiste il livello del lago di Como, ma fanno paura le temperature di 25 gradi a ridosso di novembre

In gran parte del territorio lombardo gli agricoltori sono costretti a lavorazioni extra per poter procedere con la semina

LECCO – Resiste ancora il lago di Como, che è riuscito a risalire al 72% del riempimento, ma la siccità torna a preoccupare l’agricoltura lombarda, con livello del Po sceso a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico come d’estate con la siccità che colpisce i campi, favorisce la risalita del cuneo salino nel delta, restringe i ghiacciai, lascia le montagne senza neve e svuota i grandi laghi del Nord. Il tutto mentre, a ridosso dell’inizio del mese di novembre, la colonnina di mercurio continua a segnare temperature, nelle due province lariane, che arrivano a superare i 25 gradi. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti sulla preoccupante situazione del fiume al Ponte della Becca (Pavia) in riferimento al gran caldo anomalo su tutta la Penisola, in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma con 1/3 di precipitazioni in meno secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.

“Il grande fiume italiano è fondamentale per l’ecosistema della pianura padana dove – precisa la Coldiretti Lombardia – si concentra il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Il grande caldo colpisce anche i grandi laghi lombardi con il Garda che è pieno solo al 23% e l’Iseo al 26% mentre resiste anche il lago Maggiore con il 56%. In Lombardia in 6 mesi, da aprile a settembre, le precipitazioni cumulate sono risultate inferiori del 28% rispetto alla media del periodo 2006/2020, secondo un’analisi sugli ultimi dati Arpa”.

“Con i terreni secchi e duri – continua la Coldiretti – in gran parte del territorio lombardo gli agricoltori sono costretti a lavorazioni extra per poter procedere con la semina. Il risultato è un aggravio dei costi in una situazione in cui oltre un’azienda agricola lombarda su due (51,6%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio. Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale“.