Un anticipo della retribuzione per sostenere i propri dipendenti in difficoltà dopo mesi di cassa integrazione
La misura decisa dalla Vinicola Mauri: “Salviamo uno dei nostri patrimoni, i lavoratori”
LECCO – La crisi legata al blocco delle attività per l’emergenza sanitaria sta colpendo duro il settore della ristorazione ma anche l’indotto, mettendo in forte difficoltà le aziende e i lavoratori: è il caso tra gli altri della Vinicola Mauri, storica azienda lecchese della vendita del vino, che, nonostante le fatiche di questo ultimo anno, ha deciso di venire incontro ai propri dipendenti.
Nei giorni scorsi è stato firmato un accordo tra la società, assistita da Confcommercio Lecco nella figura del vice direttore e responsabile dell’ufficio sindacale Andrea Cattaneo, con le organizzazioni sindacali (Filcams Cgil Lecco, Fisascat Cisl Monza Brianza Lecco e Uiltucs Uil Lecco) per conferire un anticipo della retribuzione ai lavoratori.
“Vogliamo salvare uno dei nostri patrimoni, in un’attività come la nostra dove le tecnologie occupano uno spazio minore, al contrario delle risorse umane che sono la nostra forza principale” ha spiegato Livio Brutto, amministratore delegato di Vinicola Mauri.
Dopo aver già anticipato ai lavoratori la cassa integrazione straordinaria, nei primi mesi dell’emergenza, ed essere intervenuti con altre misure (come l’anticipazione su base volontaria di 6 dodicesimi di quattordicesima e la liquidazione per ogni mese di lavoro di 3 giorni di ferie) ora l’azienda lecchese ha deciso per far fronte al disagio economico che stanno vivendo i dipendenti adottando ulteriori strumenti di sostegno al reddito dei dipendenti per i prossimi sei mesi.
L’anticipo della retribuzione
“Per legge, utilizzando la cassa integrazione Covid, non era più possibile anticiparla con nostre risorse ai lavoratori – spiega l’amministratore delegato – abbiamo quindi deciso di erogare una parte, in anticipo, della loro retribuzione, con un importo variabile a seconda dei giorni lavorati e ai giorni invece di cassa integrazione”.
I lavoratori dipendenti (95 in tutto) saranno divisi, in tre fasce: un primo gruppo che ha una presenza al lavoro di almeno 4 giorni alla settimana; un secondo gruppo che ha una presenza al lavoro compresa tra 2 e 4 giorni alla settimana; un terzo gruppo che ha una presenza al lavoro tra 0 e 2 giorni alla settimana. Si tratta di valori medi da non considerare rigidamente divisi settimana per settimana, ma da spalmare più correttamente su base mensile.
L’azienda si impegna a riconoscere a titolo di acconto sulle future retribuzioni ai dipendenti del secondo e terzo gruppo un importo compreso tra un minimo di 300 e un massimo di 500 euro mensili che verrebbero liquidati ogni mese in busta paga.
Il periodo pianificato di intervento è compreso tra marzo e settembre 2021 e potrebbe anche terminare precedentemente nel caso di una completa ripresa dell’attività lavorativa.
Una restituzione ‘leggera’
I soldi ricevuti in anticipo dai lavoratori saranno restituiti all’azienda, attraverso una trattenuta in busta paga, a partire dal mese di ottobre. “Abbiamo previsto un sistema di restituzione ‘leggera’, di circa 80 euro al mese un massimo di 36 mesi, in modo da non gravare particolarmente sulla busta paga del lavoratore” spiega l’amministratore. Ovviamente senza alcun interesse.
I dipendenti interessati dovranno presentare richiesta scritta all’azienda. La domanda deve essere accompagnata da una dichiarazione di responsabilità attestante la non sussistenza di ulteriori prestiti, l’anticipo a cura dell’azienda verrà comunque ammesso con altri finanziamenti concessi da istituti bancari o finanziari, purché non sia superato complessivamente il limite del quinto cedibile della retribuzione.
L’azienda ha stimato anticipi di retribuzione per un totale di circa 300 mila euro. Se i fondi fossero sufficienti, la misura sarà estesa anche agli agenti di vendita, una sessantina circa.
Affrontiamo il futuro senza farci spaventare dal presente
La scelta di procedere a questo anticipo delle retribuzione nasce chiaramente dal contesto dell’emergenza Coronavirus. “Ci sono lavoratori che stanno vivendo un momento veramente difficile – spiega il referente di Vinicola Mauri – vogliamo dare un segnale di fiducia, a noi stessi e anche all’esterno. Vogliamo affrontare il futuro, senza farci spaventare dal presente”.
L’accordo è stato presentato in conferenza stampa giovedì mattina, in Confcommercio: “In un momento di difficoltà, l’azienda guarda ai suoi dipendenti che saranno il fulcro della sua forza nell’affrontare le sfide future, quando ci sarà l’auspicata ripresa” ha sottolineato il vicedirettore dell’associazione dei commercianti, Andrea Cattaneo.
Presenti all’incontro con la stampa anche il patron dell’azienda, Ezio Mauri, con il figlio e attuale titolare Nicola e il nipote Ezio, tre generazioni impegnate nell’azienda di famiglia: “Impostiamo il futuro partendo dal presente – ha commentato quest’ultimo – un’esperienza che è da valorizzare”.