Anche a Lecco i sindacati Cgil e Uil si preparano allo sciopero generale del 16 dicembre
“E’ un messaggio chiaro al Governo, per noi la manovra non è equa”
LECCO – Nessun ripensamento, anzi, i sindacati Cgil e Uil anche a Lecco marciano spediti verso lo sciopero generale di giovedì 16 dicembre indetto contro la manovra finanziaria varata dal Governo e saranno alla manifestazione interregionale di Milano. Con loro non ci sarà la Cisl che ha deciso di non aderire alla protesta.
“Non diciamo che tutto va male perché all’interno della manovra ci sono anche aspetti positivi e abbiamo riconosciuto lo sforzo di Draghi. Non abbiamo però apprezzato il metodo con cui la Legge di Bilancio ci è stata presentata, ovvero la convocazione dei sindacati a consuntivo, quando tutto ormai era stato già deciso dai partiti, perché noi vogliamo essere partecipi delle decisioni chiave per il Paese come quelle relative alla manovra” spiega Diego Riva, segretario provinciale della Cgil.
“Ma siamo soprattutto critici sui contenuti – aggiunge – perché ci sono alcuni temi che sono stati totalmente dimenticati, come ad esempio la pensione di garanzia per i giovani per evitare che abbiano vuoti contributivi (una scelta lungimirante che inciderebbe tra 30 anni); investimenti nei centri per l’impiego per rendere davvero efficaci le politiche attive; ammortizzatori sociali “green” per tutelare le lavoratrici e i lavoratori nei casi di riconversione produttiva delle aziende. Tutte queste non sono proposte nuove ma sono inserite nella piattaforma rivendicativa condivisa anche con la Cisl, quindi ci sentiamo coerenti con quanto abbiamo sempre richiesto”.
Per Riva “lo sciopero generale è un messaggio chiaro al governo: secondo noi la manovra, soprattutto dal punto di vista fiscale, non risponde all’equità e alla progressività richieste dalla Costituzione. Se è vero che questo Paese ha bisogno di stimolare la domanda interna, bisogna agevolare i redditi più bassi e non il contrario come fa la manovra, perché se dai di più a chi ha poco sicuramente li spende tutti, mentre chi è già ricco tende a risparmiare quello che riceve in più”
“Fare sciopero è un sacrificio da parte dei lavoratori perché rinunciano a una giornata di salario, quindi la nostra scelta è stata ben ponderata – rimarca Salvatore Monteduro, segretario della Uil Lario – le fasce di reddito più basse (da 0 a 15000 euro) non beneficeranno di alcuna diminuzione dell’aliquota Irpef, quelli fino a 25000 sì ma non oltre 200 euro, se pensiamo che nell’ultimo trimestre ci sono stati pesanti rincari nelle bollette di luce e gas, anche questi piccoli aumenti saranno immediatamente assorbiti dai maggiori costi per l’energia”.
Per il sindacato ci sono “due elementi critici in particolare – aggiunge Monteduro – non si affronta la questione dei lavori gravosi e usuranti, nonostante una Commissione parlamentare abbia aumentato da 50 a 230 i lavori per cui si avrebbe diritto all’Ape sociale; manca una risposta sul sistema sanitario, perché dopo i miliardi di tagli subiti negli ultimi anni, con il previsto taglio dell’Irap (tassa che grava sulle imprese e serve a finanziare la sanità) si procede in questa direzione di indebolimento del sistema sanitario nazionale”.