Inflazione e caro bollette, i pensionati lecchesi lanciano l’allarme

Tempo di lettura: 2 minuti
Pinuccia Cogliardi
Pinuccia Cogliardi

A lanciare l’allarme lo Spi Cgil Lecco, che chiede interventi urgenti

Cogliardi: “In provincia di Lecco il 47% dei pensionati prende meno di mille euro al mese, quasi uno su cinque addirittura meno di 500 euro”

 

LECCO – In provincia di Lecco il 47% dei pensionati riceve un assegno inferiore ai 1000 euro, e il 18% addirittura sotto ai 500 euro. Basta questo dato per spiegare il devastante impatto del forte aumento dellโ€™inflazione, e in particolare delle bollette, sulle famiglie degli anziani. Una situazione desinata ad aggravarsi a causa del conflitto in corso in Ucraina. La stangata sta giร  costringendo tanti pensionati lecchesi a rinunciare a beni e servizi essenziali. A lanciare lโ€™allarme lo Spi Cgil Lecco, che chiede con forza interventi urgenti.

“Comprendo e condivido la preoccupazione per lโ€™incremento dei costi dellโ€™energia che riguardano imprese e gli enti pubblici. โ€“ la premessa di Pinuccia Cogliardi, segretario generale dello Spi Cgil Lecco โ€“ Penso tuttavia che siano altrettanto gravi le ripercussioni sui bilanci delle famiglie, soprattutto quelle che giร  prima dellโ€™aumento di luce e gas facevano fatica ad arrivare alla fine del mese. Giร  solo lโ€™importo delle bollette, spesso piรน che raddoppiato, basterebbe a mettere in crisi i bilanci di molti nuclei lecchesi. Ma a questo si somma anche lโ€™aumento in alcuni casi a due cifre del costo di beni di prima necessitร , ad esempio la pasta, piรน cara addirittura di quasi il 40%”.

La categoria dei pensionati รจ tra quelle che in questa fase soffre di piรน, evidenzia Cogliardi. Basti pensare che, come detto, in provincia di Lecco poco meno di un pensionato su due prende meno di mille euro al mese, quasi uno su cinque addirittura meno di 500 euro. Le pensioni di reversibilitร  si attestano in media a 746 euro lordi. Una ricerca promossa dai sindacati dei pensionati lombardi evidenzia come in Lombardia circa lโ€™85% degli anziani viva in una casa di proprietร . Un dato di per sรฉ positivo, ma che nasconde un problema: si tratta nella maggior parte di abitazioni vecchie e troppo grandi costruite negli anni โ€™70 e โ€™60, e dunque difficili da scaldare per lโ€™elevata dispersione di calore.

“Abbiamo purtroppo notizia di tanti anziani che chiudono i caloriferi e rimangono a vivere in un solo locale o mangiano al buio per non consumare corrente elettrica โ€“ denuncia il segretario generale dello Spi di Lecco – Tutto questo non รจ accettabile. Le case stanno diventando sempre piรน luoghi di solitudine e preoccupazione. Il benessere degli anni del boom, quando il futuro non faceva paura, un ricordo lontano”.

Serve un intervento della politica, lโ€™appello del sindacato. โ€œNon solo sono utili provvedimenti a livello nazionale per calmierare lโ€™incremento delle bollette e piรน in generale dei prezzi โ€“ conclude Cogliardi – Bisogna aprire una discussione nel territorio sulle politiche abitative rivolte agli anziani, agevolando lโ€™accesso ai fondi dedicati alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione energetica resi disponibili anche nellโ€™ambito del PNRR”.