I dati dell’Osservatorio Congiunturale realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco-Sondrio e Como
Il presidente Agostoni: “Situazione ancora complessa: gli indicatori positivi non consentono di accantonare le preoccupazioni”
LECCO – I primi sei mesi del 2022 tracciano uno scenario caratterizzato da un aumento degli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato. Dai dati dell’Osservatorio Congiunturale realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como è rilevabile un miglioramento sia a livello tendenziale, attraverso il confronto con i primi sei mesi del 2021 (+10,7% per i tre indicatori), sia a livello congiunturale nel confronto con lo scorso semestre luglio-dicembre (+9,6%). Le aspettative per il semestre luglio-dicembre 2022 rivelano prudenza e, pur attestandosi su entità positive, si mantengono al di sotto dei tre punti percentuali (in media +2,3% per i tre indicatori).
Lo spaccato riguardante le imprese di Lecco e di Sondrio è in linea generale sovrapponibile al quadro complessivo tracciato dai Centro Studi per le tre province (Lecco, Sondrio e Como). “La situazione è ancora particolarmente complessa – evidenzia il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni – con indicatori positivi che, se da un lato non sorprendono, confermati dal sentiment dei colleghi imprenditori, dall’altro non consentono di accantonare le preoccupazioni date soprattutto dalla grande instabilità dello scenario e dal permanere di criticità, prime fra tutte i costi di materie prime ed energia e le strozzature nelle catene di fornitura, a sui si aggiungono gravi elementi di incertezza, dal conflitto che ha per teatro l’Ucraina al permanere della pandemia, fino al contesto politico italiano con le elezioni ormai vicine”.
“Infatti – continua il Presidente – le previsioni per il prossimo periodo si attestano su valori contenuti rispetto alle variazioni registrate nella prima metà dell’anno, con le aziende che, indipendentemente dal settore nel quale operano, stanno erodendo i margini gestendo un eccesso di costi che, almeno in parte, finiscono con agire ulteriormente sull’inflazione comprimendo consumi e investimenti”.
“L’indicatore relativo all’occupazione – evidenzia il direttore generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori – continua a mantenersi stabile, sorretto dai risultati positivi che le imprese hanno conseguito nei primi sei mesi dell’anno, nonostante tutte le difficoltà. Continua anzi a rappresentare un nodo che rischia di bloccare la crescita la mancanza di risorse umane e competenze da inserire in azienda, soprattutto di ambito tecnico e industriale, ma non solo”.
Conflitto Russia-Ucraina
La situazione per le sole realtà di Lecco e Sondrio assume gli stessi toni di quanto esaminato a livello congiunto. Il perdurare del conflitto e l’introduzione progressiva delle sanzioni imposte a livello internazionale hanno causato una riduzione della domanda per oltre un terzo (36%) delle aziende e una contrazione del fatturato e della quota di export per oltre una realtà su quattro (26%). In quasi la metà dei casi (49,2%), le aziende hanno segnalato che il protrarsi del conflitto ha di fatto aumentato le criticità di approvvigionamento delle commodities, sia in termini di prezzo, sia in termini di difficoltà di approvvigionamento lungo le catene di fornitura internazionali.
Domanda
Le realtà lecchesi e sondriesi mostrano per la domanda dinamiche in aumento che interessano sia il confronto congiunturale, sia l’analisi tendenziale. Gli ordinativi crescono di circa otto punti percentuali (+7,7%) rispetto al semestre gennaio-giugno 2021 e del 5,7% in confronto a quanto registrato tra gli scorsi luglio e dicembre, con una variazione che soddisfa parzialmente le aspettative espresse ad inizio anno (+9%). Le previsioni per l’evoluzione degli ordini del periodo luglio 2022 rivelano cautela e si attestano al +2,4%, coerentemente con quanto esaminato a livello congiunto.
Produzione
Lo scenario delineato per le realtà di Lecco e di Sondrio si discosta poco da quanto analizzato a livello congiunto: l’indicatore associato all’attività produttiva registra un aumento sia sul versante congiunturale, che per il fronte tendenziale. Il raffronto con la prima metà del 2021 evidenzia una crescita del 3,6%. La variazione misurata rispetto ai livelli della seconda metà dello scorso anno si attesta invece al +5,4%, di poco al di sotto delle aspettative formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+7,1%). Le ipotesi per il secondo semestre 2022 non rivelano particolare fiducia sulla prosecuzione della fase di crescita che ha caratterizzato gli ultimi semestri; complici le criticità sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime e l’incertezza determinata dalle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina, le previsioni risultano improntate alla conservazione dello scenario.
Il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione tra gennaio e giugno 2022 si attesta a quota 77,9%, al di sotto rispetto all’82,1% registrato per il semestre luglio-dicembre 2021. Tra le realtà del campione la situazione inerente l’impiego della capacità produttiva non risulta particolarmente variegata. Le aziende con oltre 50 occupati (78,6%) rivelano un tasso di utilizzo leggermente superiore a quanto registrato per le realtà di piccole dimensioni (77,5%). Nel caso dei settori di attività, la capacità mediamente impiegata migliora passando da realtà degli altri settori (76,6%), ad imprese tessili (77,6%) fino a quelle metalmeccaniche (79,3%). Il contributo dell’attività affidata in outsourcing risulta pari a circa tre punti percentuali (2,8%) che si aggiungono a quanto realizzato internamente; nella scelta dei soggetti con cui collaborare, le aziende lecchesi e sondriesi confermano di preferire subfornitori italiani (2,6%) rispetto a quelli stranieri (0,2%).
Fatturato
Le imprese di Lecco e Sondrio rivelano, nei primi sei mesi del 2022, evoluzioni positive del fatturato con variazioni più favorevoli rispetto a quanto esaminato per gli indicatori associati ad ordini e produzione, in coerenza con le dinamiche registrate per il campione delle realtà dei tre territori globalmente considerati. Il confronto con i livelli dei primi sei mesi del 2021 evidenzia un incremento tendenziale del 13,3%. La variazione misurata rispetto allo scorso semestre luglio-dicembre mostra invece una crescita pari al 10,4%, dato che soddisfa al rialzo le aspettative formulate durante il precedente Osservatorio (+6,8%). Anche le ipotesi espresse per l’andamento delle vendite nella seconda parte del 2022 sono positive (+3,1%), seppur si attestino su entità più contenute rispetto a quanto registrato nella prima parte dell’anno.
L’esame dei giudizi formulati riguardo l’andamento del fatturato nel trimestre aprile-giugno 2022 indicano un quadro in miglioramento per le vendite a livello domestico mentre l’export risulta caratterizzato da una sostanziale tenuta rispetto a quanto esaminato nei primi tre mesi dell’anno, con l’accortezza di ricordare l’aumento degli scambi che erano stati rilevati per gli scambi oltre confine a fine 2021. Analizzando nel dettaglio, il fatturato in Italia è valutato in crescita da 45,4% delle imprese, è stabile per il 39,2% mentre in diminuzione per il rimanente 15,4%.
L’export viene considerato in mantenimento da una realtà su due (50,6%), in espansione per il 27,8% mentre in decelerazione per il restante 21,6%. La quota di fatturato realizzato dalle realtà lecchesi e sondriesi oltre i confini nazionali si attesta, tra gennaio e giugno 2022, al 32,7% del totale. Oltre la metà dell’export è diretto verso i paesi dell’Europa Occidentale (18,9%), area che costituisce il principale mercato di riferimento al di fuori dell’Italia. Le merci realizzate dalle imprese di Lecco e Sondrio si rivolgono a tutti i mercati internazionali: nell’Europa dell’Est viene realizzato il 3,5% delle vendite, nei BRICS il 2,3%, negli Stati Uniti il 2%, nell’America Centro-Meridionale l’1,8 mentre la quota delle restanti paesi del mondo non considerando l’Italia è pari al 3,2%.
Materie prime
Il quadro delle imprese di Lecco e Sondrio si sovrappone sostanzialmente a quanto esaminato a livello congiunto. Nei primi sei mesi dell’anno si è continuato ad assistere a dinamiche di aumento dei prezzi delle commodities utilizzate dalle imprese, in parte per scarsità delle forniture e limitazioni nelle catene di distribuzione, in parte a causa di effetti speculativi. Tra gennaio e marzo circa nove realtà su dieci (88,2%) hanno indicato di aver dovuto sostenere aumenti dei listini dei fornitori, di cui ben il 58,6% con incrementi superiori ai dieci punti percentuali. Nei tre mesi successivi, tra aprile e giugno, la quota di imprese che ha comunicato ulteriori apprezzamenti del costo dei propri acquisti è stata pari al 75,4% e in questo caso la quota di realtà che ha indicato un aumento superiore al 10% si è attestata al 39,7% del totale.
In aggiunta alle dinamiche di prezzo, sono state registrate criticità inerenti all’estensione delle tempistiche necessarie ad ottenere le forniture (75,1% delle imprese), la diminuzione delle quantità effettivamente consegnate rispetto a quelle ordinate (40,1%) e infine il peggioramento della qualità dei materiali e dei beni forniti (19,8%). L’effetto combinato delle difficoltà di approvvigionamento e dei pesanti aumenti delle fonti energetiche (elettricità e gas) hanno causato problematiche nella gestione dell’attività per molte realtà lecchesi e sondriesi.
In nove casi su dieci (90%) sono stati registrati significativi impatti sui costi di produzione, con la conseguente contrazione dei margini di profitto per circa tre realtà su quattro (74,6%); in aggiunta nel 25,7% dei casi si sono rese necessarie riorganizzazioni del lavoro e dell’attività produttiva mentre nel 19,7% le imprese sono state costrette a ricorrere a limitazioni o a interruzioni dell’attività aziendale, con specifico riferimento alle ore del giorno a più elevato costo dell’energia elettrica.
Occupazione
Lo scenario occupazionale delle realtà lecchesi e sondriesi risulta, tra gennaio e giugno 2022, marcatamente orientato alla conservazione dei livelli: l’84,9% delle imprese comunica infatti un giudizio di stabilità, il 5,1% segnala un aumento e il restante 10% una diminuzione. Per il semestre luglio-dicembre è attesa stabilità in circa quattro casi su cinque (78%) ma, in casi di variazione, prevalgono le ipotesi di crescita (15,8%) rispetto a quelle di diminuzione (6,2%), in coerenza con quanto analizzato per il campione comprendente anche le aziende di Como.