Legge di Bilancio 2023, CISL Monza Brianza Lecco commenta la manovra

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Mirco Scaccabarozzi segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco
Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco

A esprimersi sui provvedimenti economici Mirco Scaccabarozzi, segretario generale

“Fatti alcuni significativi passi avanti, grazie a nuovi interventi aggiunti. Da gennaio al via un confronto stringente con il Governo su varie questioni”

LECCO – Giunge da Mirco Scaccabarozzi, segretario generale CISL Monza Brianza Lecco, un commento sulla Legge di Bilancio 2023 approvata in via definitiva in Senato il 29 dicembre, che, pur mantenendo invariati i punti saldi, presenta alcuni significativi avanzamenti rispetto al testo iniziale. Progressi che rispondono a precise proposte avanzate dalla CISL in occasione del confronto avuto lo scorso 7 dicembre con il premier Meloni.

“Passi avanti non scontati – commenta Scaccabarozzi – frutto di una forte azione di pressing operata sul Governo e sulle forze politiche attraverso relazioni e mobilitazioni responsabili che la Cisl ha messo in campo in queste ultime settimane, culminate con l’importante Assemblea Nazionale di delegati e pensionati dello scorso 15 dicembre a Roma”.

Nello specifico, ecco cosa CISL Monza Brianza Lecco intende evidenziare:

  1. L’incremento dall’80 all’85% dell’indicizzazione delle pensioni per gli assegni da 4 a 5 volte il trattamento minimo. Operazione che garantisce un adeguamento di circa 150 euro al mese per le pensioni tra i 2.000 e i 2.500 euro lordi;
  2. L’innalzamento da 20 a 25mila euro (1.933 euro lordi al mese) della soglia di reddito che
    beneficerà del taglio del cuneo fiscale al 3%. Intervento che, da solo, costa 613 milioni, 450 al netto degli effetti fiscali;
  3. L’aumento da 6.000 a 8.000 euro dell’esonero contributivo per le assunzioni e le
    stabilizzazioni di giovani under 36, donne svantaggiate e percettori del reddito di cittadinanza (al netto degli effetti fiscali 41,7 milioni nel 2023, 79,7 milioni nel 2024 e 57,1 milioni nel 2025);
  4. Il potenziamento dell’assegno unico universale, con un incremento dello stanziamento pari a 345,20 milioni nel 2023 e a 457,90 milioni nel 2024;
  5. La ridefinizione dei criteri per il congedo parentale con ulteriori 30 giorni indennizzati all’80%, che finalmente si rivolge sia alle mamme che ai papà. Il costo inizialmente quantificato in 117 milioni nel 2023 (178 nel 2024) per le sole mamme aumenta di 19 milioni nel 2023 (33 nel 2024) per l’estensione ai papà;
  6. La riduzione dell’imposta sostitutiva applicabile ai premi di produttività dei lavoratori
    dipendenti che passa dal 10 al 5 per cento sulle somme erogate nel 2023 sotto forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili d’impresa;
  7. L’aumento delle pensioni minime;
  8. Il pacchetto di misure per il Sud che vale in tutto 1,6 miliardi, cifra finanziata attingendo dal Fondo Sviluppo e Coesione per crediti d’imposta, fiscalità di sviluppo e ZES;
  9. La cancellazione della norma che eliminava le multe per gli esercenti che rifiutavano di
    utilizzare il Pos sotto i 60 euro, con l’impegno a individuare soluzioni alternative per
    sostenere i costi delle commissioni bancarie.

Interventi che si aggiungono alle misure di emergenza contenute già nella prima stesura – prosegue il segretario generale – e che facevano parte delle nostre rivendicazioni: dal pacchetto famiglia all’innalzamento della soglia Isee a 15mila euro per gli sconti in bolletta; dal fondo per abbassare i prezzi sugli acquisti dei beni essenziali alla detassazione degli accordi di produttività; dall’incremento del prelievo sugli extraprofitti fino al superamento dello scalone Fornero per il 2023″.

Non mancano però le criticità su alcune misure, che Scaccabarozzi ci tiene a sottolineare “a partire da Opzione donna, voucher e flat-tax, che dovranno essere affrontate e risolte in sede di negoziato con il Governo. Da gennaio inizieremo un confronto serrato sui tavoli conquistati su pensioni, salute e sicurezza, politiche industriali, ai quali andranno subito affiancati spazi di confronto su fisco, mercato del lavoro, welfare e politiche sociali“.

Prioritario per la CISL è definire un Patto anti-inflazione che dia vigore e prospettiva a una nuova politica dei redditi. Salari e pensioni vanno elevati abbassando le tasse nel principio di progressività dell’imposizione fiscale, mettendo al centro le relazioni industriali, rinnovando e innovando i contratti pubblici e privati, costruendo nuovi meccanismi di adeguamento all’inflazione reale, vigilando sulla speculazione, innalzando la produttività e riallocandone i frutti sui lavoratori.

“È urgente sbloccare investimenti e riforme elevando le risorse destinate alla sanità, alla scuola, alla ricerca, alla non autosufficienza. Occorre superare il precariato e stimolare nuove assunzioni stabili. Vanno affrontati i temi della marginalità sociale, del contrasto alla povertà, delle politiche attive, della formazione e dell’occupazione: il Reddito di Cittadinanza non deve essere archiviato prima di introdurre un adeguato strumento alternativo che affronti queste criticità. Auspichiamo che la Legge di Bilancio 2023 non sia che il primo passo di quello che dovrà diventare un ben più ampio e solido cammino partecipato tra Governo e Parti sociali per rilanciare lo sviluppo del Paese secondo principi di equità e sostenibilità sociale. Abbiamo inoltre un’occasione straordinaria rappresentata dal Pnrr, che non può essere sprecata. Ciò che serve è un grande cantiere nazionale della corresponsabilità, su questo sfidiamo oggi il Governo, incalziamo le associazioni datoriali e tutti gli interlocutori sociali”, conclude il segretario generale.