“Favorevoli alla diffusione dei sistemi elettronici di pagamento” dice l’associazione
“Ma la strada è quella di ridurre gli oneri per i negozi”
LECCO – Nei piani del Ministero dell’Economia anticipati in questi giorni ci sono alcune azioni tese a ottenere un freno al contante, incentivando nello stesso tempo l’uso della moneta elettronica.
Le voci relative a sanzioni per chi rifiuta il Pos e quelle sulla “tassa” per chi preleva il contante allarmano il mondo del commercio.
“Come giustamente ribadito anche a livello nazionale dai vertici di Confcommercio Imprese per l’Italia, l’impulso alla diffusione di sistemi elettronici di pagamento sicuri e tracciabili va certamente perseguito – sottolinea il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva – Ma perché ci sia un’azione efficace e non penalizzante verso il nostro mondo bisogna agire anzitutto sul versante della riduzione dei costi che l’utilizzo di tali strumenti comporta a carico di consumatori e imprese. Prendiamo il Pos: Confcommercio è favorevole all’utilizzo di bancomat e carte di credito che già vengano accettati dalla stragrande maggioranza dei nostri operatori. Se si vuole raggiungere la totalità della platea non bisogna certo puntare sulle sanzioni per chi rifiuta il Pos, ma occorre invece abbattere in modo deciso le commissioni”.
Confcommercio Imprese per l’Italia ha avanzato un’ulteriore proposta: la diffusione di carte Bancomat o prepagate senza costi di emissione per i cittadini over 65 anni, pari a circa un quarto della popolazione italiana: “La priorità rimane, comunque, quella di ridurre le commissioni previste per l’utilizzo della moneta elettronica sia per gli acquirenti che per i commercianti. Per questi ultimi, la riduzione può essere realizzata anche per via fiscale attraverso lo strumento del credito d’imposta. In ogni caso, i micro-pagamenti, quelli ad esempio al di sotto di 30 euro, dovrebbero essere completamente esenti da commissioni a carico delle imprese del commercio”.
Agli esercenti non piace invece l’idea di tassare il prelievo di contanti: “Una tassa in più, soprattutto in un momento di perdurante stagnazione dei consumi, non ci sembra una buona idea. Una tassa fondata sul nesso presuntivo tra contante ed evasione colpirebbe, infatti, i tantissimi che certo evasori non sono. Occorre, invece, perseguire l’obiettivo di una maggiore diffusione dei mezzi di pagamento elettronici per ragioni di tracciabilità, di sicurezza, di riduzione dei costi. Un obiettivo da raggiungere, ad esempio, riconoscendo un credito d’imposta al consumatore sugli acquisti di beni e servizi realizzati mediante carte o rendendo universale il principio del pagamento attraverso mezzi tracciabili per l’accesso a deduzioni e detrazioni fiscali già previste”.