Accordo con la Regione per le vaccinazioni in azienda. Imprenditori lecchesi interessati
Api: “Era una nostra proposta già da mesi. Ora, insieme alle istituzioni sanitarie, bisogna fare presto e organizzarsi”
LECCO – Ha creato grande interesse anche nelle aziende lecchesi, l’accordo con la Regione per effettuare in fabbrica le vaccinazioni contro il Covid per i propri dipendenti (vedi articolo). Una possibilità che si aprirà in concomitanza con l’inizio della “fase 2”, la vaccinazione massiva alla popolazione.
“Era una proposta che avevamo lanciato già lo scorso autunno, per voce del nostro presidente nazionale Maurizio Casasco – sottolinea il presidente provinciale delle piccole aziende di Api Lecco, Luigi Sabadini – siamo contenti che la politica inizi ad ascoltarci. Le imprese, in questo anno di emergenza, hanno dimostrato di saper gestire la situazione, mettendo in atto i protocolli previsti, non risultando mai fulcro di diffusione del virus. Siamo sicuramente pronti ad affrontare anche questa operazione”.
Le aziende diventeranno spazi di vaccinazione aggiuntivi rispetto ai canali tradizionali dell’ospedale e dei centri vaccinali sul territorio. “Abbiamo l’infermeria che viene utilizzata per visite mediche, ci sono i medici di lavoro che operano già nelle imprese – ricorda Sabadini – ci sono però dei punti importanti su cui organizzarsi con ATS: la gestione delle liste delle persone da vaccinare, per evitare sovrapposizioni, e la distribuzione del vaccino, se avverrà consegnato alle aziende oppure ai medici di base”.
“Siamo già in ritardo”
“A mio parere, siamo già in ritardo – aggiunge Sabadini – rispetto alla nostra avanzata in autunno, potevamo già portarci avanti con l’organizzazione. Invece bisogna ancora iniziare”:
Già nel pomeriggio di ieri, diverse delle imprese associate ad Api hanno contattato l’associazione per saperne di più.
“Tutti vorremmo uscire velocemente da questo incubo e speriamo si vaccini il numero più alto possibile di lavoratori anche se, va ricordato, è una scelta volontaria e non c’è obbligo – aggiunge il presidente Api – Personalmente, avrei proposto di vaccinare non solo i nostri dipendenti ma anche i loro familiari, come benefit aziendale,. Anche perché, come abbiamo avuto modo di vedere quest’anno, in molti casi i lavoratore è costretto a casa per contatti indiretti della famiglia, dei bimbi a scuola, con soggetti positivi. Prima se ne esce per tutti, meglio è”.
Fiocchi Munizioni e Kapriol Morganti ci stanno
Anche le grandi aziende lecchesi si sono dette pronte a cogliere questa opportunità, come alla Fiocchi Munizioni: “Sicuramente, se ci sarà questa possibilità, lo faremo – spiega il presidente Stefano Fiocchi – non conosciamo ancora il protocollo, se quanto richiesto non sarà impossibile, allora saremo ben lieti di effettuare anche noi le vaccinazioni. Aspettiamo ulteriori indicazioni e soprattutto… i vaccini”.
La Fiocchi Munizioni conta ben 730 dipendenti: “Qualche caso di Covid inevitabilmente c’è stato – spiega Stefano Fiocchi- ma ogni volta abbiamo effettuato tamponi a tappeto a spese dell’azienda, quando venivano segnalati dei casi sospetti, per evitarne di ulteriori”.
“Non vediamo l’ora di iniziare a vaccinare – dice Alberto Morganti, direttore generale della Kapriol Morganti, gruppo che conta tre sedi nel lecchese e oltre 120 dipendenti – certo c’è da capire meglio come sarà organizzata questa attività ma la nostra disponibilità c’è”.
“Il vaccino rappresenta una salvezza, speriamo di poterlo effettuare in breve tempo a tutti i nostri lavoratori, in primis per la loro salute – aggiunge Morganti – in questo anno di emergenza, abbiamo siamo stati particolarmente attenti, al minimo dubbio su eventuali sintomi di malessere, il lavoratore veniva allontanato e con il medico aziendale si decideva di effettuare il tampone preventivamente, quindi rientrava in azienda dopo aver avuto l’esito negativo del test. Ancora oggi ci sono assenze a causa di quarantene, soprattutto per contatti in famiglia con casi positivi o sospetti. Sicuramente sarà ottima cosa, con le future vaccinazioni, sapere di avere di nuovo a disposizione il 100% della propria forza lavoro”.