Nasce la lampada Excalibur in cui un circuito elettronico resta incastonato nel marmo
“Un progetto simbolo di rinascita, che fa dialogare design, luce e sostenibilità”
CALCO – Una storia di rinascita che mette in collegamento il saper fare artigiano brianzolo con l’arte marmorea toscana. Nasce così Excalibur, lampada dal nome evocativo in cui la luce entra nella pietra come una lama sottile e il marmo, materiale solido e scultoreo, le fa da base.
Un’idea nata da Erica Turolla, amministratore unico Luxelt, impresa di Calco associata a Confartigianato Imprese Lecco e che ha visto la collaborazione di Moreno Ratti, designer di Carrara.
“Un progetto simbolo di rinascita, che fa dialogare design, luce e sostenibilità, in ottica di ricircolo dei materiali – commenta Turolla –. Un prodotto e una lavorazione che fanno sperare nel futuro delle nuove generazioni. I valori principali di questa collaborazione sono stati la voglia di riscatto: il 2020 è stato un anno molto difficile per la nostra azienda artigiana, così come tante altre in tutta Italia. Abbiamo fatto il possibile per riprendere le redini di un mercato sconvolto dal Covid ed abbiamo voluto rendere omaggio al 2021, l’anno del riscatto, con un nuovo prodotto. Ci siamo chiesti come cambiare il mondo nel nostro piccolo: abbiamo pensato a come innovarci ed innovare il mercato. La risposta è riassumibile in una parola, ecodesign ovvero riparabilità, valore e rispetto dei materiali, no spreco. Così, ci siamo fatti portatori di un messaggio che vogliamo comunicare al di fuori della nostra impresa: innovare non significa scordare il passato dell’azienda, ma trasformare ciò che c’è con uno sguardo al futuro, alle nuove generazioni. Come? Partendo dall’analisi dei materiali, il loro processo produttivo, l’origine e mantenendo il valore dello scarto come se fosse (ed abbiamo dimostrato che lo è) materia prima”.
“Abbiamo unito Carrara alla Brianza – prosegue la giovane imprenditrice – la tradizione all’innovazione tecnologica, dando vita alla lampada Excalibur. Evocativa nel nome e nelle sue linee minimaliste, in cui un circuito elettronico resta incastonato nel marmo. Un simbolo che vorremmo portasse con sé il messaggio, affinché altre aziende guardino all’ecodesign ed all’economia circolare come qualcosa di realmente possibile e non solo idealizzato”.
“L’azienda Luxelt – afferma Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – incarna il nostro “valore artigiano”: l’imprenditore che non sa stare con le mani in mano ad aspettare che la situazione magicamente si risolva da sola, ma che si rimbocca le maniche e crea qualcosa di nuovo, che sia un prodotto, un processo produttivo, una collaborazione. Trovo inoltre interessante il tema della sostenibilità e dell’ecodesign come leva per portare l’artigianato nel futuro. Conosciamo Luxelt come azienda dell’elettronica industriale dall’esperienza trentennale. E’ bello vedere come le nuove generazioni abbiano saputo trarre il meglio dalla propria tradizione e plasmarlo su tematiche attuali e nuovi rami d’impresa”.