Merate: 50mila euro di Imu e Tari non versati incassati grazie ai bandi per il commercio

Tempo di lettura: 2 minuti
Il municipio di Merate

I bandi di sostegno al commercio hanno permesso anche di regolarizzare la posizione contributiva di diversi cittadini

Il contributo è stato erogato solo a chi era in regola con i tributi comunali. L’assessore Casaletto: “Dimenticanze e piccole inadempienze sono state così sistemate”

MERATE – Sono nati come un strumenti di vicinanza alle attività economiche penalizzate dall’emergenza sanitaria legata al Covid, ma si sono rivelati, strada facendo, anche un modo prezioso per permettere di regolarizzare posizioni contributive in difetto per qualche omesso o parziale versamento dei tributi comunali.

Stiamo parlando dei tre bandi promossi nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale per supportare le attività economiche colpite in maniera diversa dalle restrizioni dovute al Covid stanziando  ben 245mila euro, a cui vanno aggiunti i 100mila euro sul Distretto del commercio.

L’assessore al Bilancio Alfredo Casaletto

“Non abbiamo ancora tirato compiutamente le file, ma si parla di poco meno di 50mila euro di Imu e Tari finora non versati e ora incassati in questa sorta di recupero crediti” puntualizza l’assessore al Bilancio Alfredo Casaletto, in prima fila insieme al collega al Commercio Giuseppe Procopio nel sostenere la necessità di stare vicino e supportare le attività economiche della città in questo particolare periodo di crisi.

Il requisito dei bandi (così come accade per quelli di caratura nazionale) era infatti quello di essere in regola con i versamenti dei tributi comunali legati alla tariffa sui rifiuti ovvero la Tari e il possesso di fabbricati, prima casa esclusa, la famosa Imu.

E così è capitato che diversi contribuenti, rientranti nelle categorie dei bandi, si sono rivolti all’ufficio tributi per regolarizzare la propria posizione contributiva. C’è chi aveva indietro qualche rata o chi doveva semplicemente recuperare delle piccole inadempienze.

Mancati versamenti, per lo più di basse cifre (per la maggioranza dei casi si parla di poche centinaia di euro), che ora, complici i bandi, verranno ripianati al fine di poter ottenere il contributo stanziato dal Comune.

“Le somme erogate variano in base ai codici Ateco delle attività. Si passa da 200 – 300 euro fino a 2.250 euro” conclude l’assessore, ricordando come si parli di cifre importanti che hanno permesso di dare una boccata di ossigeno a molte attività ancora oggi alle prese con le numerose restrizioni anti Covid.