LECCO – Mobilitazione dei lavoratori della grande distribuzione che sabato mattina hanno manifestato con un presidio a Lecco, nella centralissima via Roma, per lo sciopero promosso dai sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil.
Una protesta alla quale hanno partecipato rappresentanti di catene commerciali con sedi nel lecchese come Auchan, Esselunga, Sma , Brico e Bennet. Un nuovo sciopero, proclamato a livello nazionale, scaturito dall’esito ancora incerto della trattativa tra sindacati e Federdistribuzione.
“Alcuni di questi gruppi hanno scelto di lasciare Confcommercio e unirsi a Federdistribuzione per non riconoscere gli aumenti salariali di 30 euro concessi dalla prima associazione datoriale lo scorso anno” spiegano Barbara Cortinovis di Filcams Cigil e Roberto Frigerio di Uiltucs.
La trattativa si è riaperta nei mesi scorsi quando Federdistribuzione ha fatto un passo in avanti, riconoscendo un incremento di 15 euro sui salari, bollata come “una mancetta” dai sindacati.

“In questo modo – ha proseguito Cortinovis – si creano due categorie di lavoratori, con costi differenti all’interno della grande distribuzione, tra queste e le piccole attività commerciali. Il rischio è che altre aziende, pur di non riconoscere l’aumento salariale, aderiscano a Federdistribuzione”.
Una “spaccatura”, ha sottolineato Tina Cuviello di Fisascat Cisl, “che rischia di allargarsi e creare debolezza per tutti, supermercati e commercianti. Non siamo contrari a contratti aziendali, purché non venga messo in discussione il contratto nazionale. Questo è il reale pericolo”.
Al presidio ha aderito anche Rifondazione Comunista che già in passato aveva promosso iniziative contro le aperture domenicali dei supermercati. “In un settore dove sono già diffuse forme di precariato permanente, salari bassi e ritmi di lavoro infernali – spiegano in una nota – tutto questo è inaccettabile”.

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