CANZO – Arrestato per aver sfruttato i suoi dipendenti, costretti a lavorare in nero nell’albergo di cui era gestore, a Canzo. In manette, al termine della brillante operazione condotta dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri Comando Provinciale di Como e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, è finito Adriano Nuciforo, classe 1978, di Nosate (Milano). L’uomo dovrà rispondere di sfruttamento del lavoro con le aggravanti di lesioni e mancato rispetto delle norme per la sicurezza sul lavoro.
Tutto comincia a novembre del 2018 quando Nuciforo, titolare della ditta individuale Arras Hotel, diventa gestore dell’Hotel Volta di Canzo. Nel maggio 2019 ai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro perviene la denuncia di una lavoratrice che aveva dichiarato di lavorare in nero presso la struttura ricettiva di via Volta. Da qui partono una serie di indagini volte ad approfondire la situazione che sfociano, nel settembre 2019, alla sospensione dell’attività lavorativa dopo che gli ispettori del lavoro, durante un sopralluogo, avevano trovato due lavoratori in nero, di cui uno clandestino.
Nonostante la chiusura, però, Nuciforo ha continuato la sua attività, sfruttando altri lavoratori (almeno nove, secondo quanto rilevato finora dai militari). A riaccendere i riflettori sull’Hotel Volta una querela sporta nel mese di ottobre al Maresciallo Salvatore Melchiorre, Comandante dei Carabinieri Stazione di Asso: nello specifico, una ragazza, lavoratrice irregolare, aveva riferito di essere stata picchiata durante il lavoro presso l’albergo. Immediatamente, il Maresciallo Melchiorre ha avvisato il NIL che, congiuntamente all’Ispettorato del Lavoro di Como, diretto dal dottor Alberto Gardina, ha avviato una serie di indagini, culminate ieri, mercoledì, con l’arresto di Adriano Nuciforo. Al momento dell’arrivo dei Carabinieri nella struttura erano ospitati quattro clienti, tutti operai in trasferta.
Nell’albergo, come appurato, sono stati trovati almeno nove lavoratori irregolari di cui uno clandestino. Tutte persone, come dichiarato dai Carabinieri, ‘in estremo stato di povertà’, senza soldi né casa, che pur di lavorare avevano accettato qualsiasi condizione. Per Nuciforo lavoravano come ‘tuttofare’ (camerieri, cuochi, addetti alle pulizie) anche fino a 20 ore di lavoro consecutive, per una paga misera, in alcuni casi 50 centesimi l’ora. Tre di loro venivano addirittura ripagati con vitto e alloggio, nello stesso albergo. In questo modo il gestore si assicurava la ‘fedeltà’ dei malcapitati, talmente disperati da non ribellarsi alle improbabili condizioni di lavoro.
Il tutto nonostante l’ordine di sospensione dell’attività per lavoro in nero, emesso dal NIL soltanto nel mese di settembre. Per passare inosservato, Nuciforo faceva entrare i dipendenti e gli ospiti da una porta secondaria, che portava direttamente al bar/ristorante dell’albergo.
Nella struttura, come specificato dai militari, mancava il gas, quindi le stanze erano al freddo e mancava l’acqua calda. L’utenza era stata staccata per morosità e solo di recente era stata riattivata, a carico di uno dei lavoratori irregolari. Per cucinare veniva utilizzato un grosso fornello da campo alimentato con bombole a gas. L’attività, neanche a dirlo, è risultata priva di qualsiasi adeguamento alla normativa antincendio e per la sicurezza sul lavoro, aggravanti contestate all’arrestato, che ora si trova al Bassone di Como.
Le indagini, come specificato, proseguono per verificare la presenza di altri lavoratori irregolari.
“Vorrei davvero ringraziare l’Ispettorato del Lavoro e i Carabinieri del NIL, oltre che il mio Comando Provinciale, per l’importantissimo lavoro di squadra svolto – ha commentato il Comandante Melchiorre – quello dello sfruttamento del lavoro è un reato in crescita, da contrastare con ogni misura. Inoltre, è da segnalare, questo modo di lavorare crea una concorrenza sleale alle altre attività sul territorio: basti pensare che il costo del servizio (camera con mezza pensione, ndr) era di 30 euro al giorno.”.
“Devo dire – ha aggiunto il dott. Gardina – che l’Autorità Giudiziaria di Como è particolarmente attenta a questo odioso fenomeno che, ricordo, non esiste solo al Sud Italia né riguarda unicamente il settore agricolo, anzi. Sono sempre di più gli ambiti coinvolti. Quello di ieri è stato il quarto arresto quest’anno per sfruttamento del lavoro, le segnalazioni che ci arrivano sono settimanali, o quasi. Da parte nostra, ci sentiamo molto appoggiati e sostenuti, continueremo a lavorare in questa direzione”.