Aperti nuovi spazi per pazienti Covid in ospedale a Lecco
Il direttore: “Se la situazione peggiora possiamo convertire l’intero terzo piano”
LECCO – Se il numero di contagi continua a salire, l’ospedale di Lecco si prepara ad affrontare questa seconda ondata: negli ultimi giorni sono stati aumentati i posti letto dedicati ai malati Covid, per un totale al momento di 96 posti.
Sei sono posti in terapia intensiva e quattro di sub intensiva che possono essere all’occorrenza riconvertiti per i malati più gravi portando a dieci il numero totale di postazioni di terapia intensiva. Venti sono i posti letto nel reparto di malattie infettive (di cui 4 sub intensivi), 18 le postazioni nel cosiddetto reparto ‘filtro’, 16 i posti nel settore 1 di medicina e altri sedici nel settore 2 riconvertito proprio ieri per ospitare i malati di Coronavirus insieme ad un altro reparto per cure sub acute con altri sedici posti.
E’ il direttore generale Paolo Favini a fare il punto sulla riorganizzazione al Manzoni di Lecco: “A seguito l’evolversi della situazione in questi ultimi dieci giorni ci siamo attivati rapidamente per ampliare ulteriormente la disponibilità di posti dedicati ai pazienti Covid – ha spiegato – Forti dell’esperienza dei mesi scorsi, siamo potuti intervenire in modo veloce predisponendo un piano progressivo a blocchi che ci consentirà, a seconda delle necessità, di allargare ulteriormente le disponibilità. Se la situazione dovesse peggiorare, potremo riconvertire l’intero terzo piano dell’ospedale arrivando ad avere in totale 200 posti per malati Covid”.
Salgono a 63 i ricoverati
Al momento sono 63 le persone ricoverate all’ospedale Manzoni perché affette da Covid. Una quarantina circa sono residenti nel lecchese (di cui 8 residenti in città) , otto altri sono pazienti giunti da altri ospedali fuori provincia accolti al Manzoni che si è messo a disposizione delle altre strutture più sature.
In terapia intensiva sono occupati 5 posti su 6, si tratta di pazienti provenienti dal monzese, comasco e da Milano.
“La situazione è oggi diversa rispetto a quella di marzo, non siamo ancora a quella situazione e speriamo di non arrivarci – sottolinea il direttore Favini – l’obiettivo delle aziende sanitarie è quello di offrire una risposta ai pazienti Covid e allo stesso tempo continuare a garantire tutti i servizi relativi alle altre patologie come la cardiochirurgia, la chirurgia oncologica. Questo nella consapevolezza che non abbiamo risorse infinite in termini di spazi ma anche di risorse umane”.
Le nuove assunzioni
Il dg ha fatto sapere che proseguono le assunzioni di infermieri e oss, “con l’ultimo bando ne abbiamo assunti 23 che diventeranno a tempo indeterminato da gennaio ma abbiamo chiesto a tutti di prendere servizio già da ora”. Un fabbisogno di personale “difficilmente quantificabile – ha aggiunto Favini – per tutto il primo periodo Covid abbiamo continuato ad assumere infermieri e medici, tutti quelli che abbiamo trovato”.
Più complessa la ricerca di infettivologi e anestesisti, figure di cui, ha ricordato Favini, c’è una sofferenza a livello nazione.
Merate resta ‘Covid free’
Al momento non è previsto che il presidio ospedaliero di Merate, il Mandic, torni ad ospitare pazienti Covid. Lo ha fatto sapere il direttore generale dell’Asst di Lecco. Tutti i pazienti che afferiscono all’ospedale di Merate e risultino positivi a tampone verranno trasferit a Lecco.
Non è escluso però che in futuro anche Merate possa tornare in prima linea: “L’ospedale è sede di un reparto di pneumologia di buon livello – ha ricordato Favini – al di la della scelta della nostra azienda, potrebbe comunque essere coinvolto in strategia di carattere regionale se la pressione sugli altri presidi dovesse farsi importante”.
Dieci ventilatori polmonari in dono da Confindustria
Favini ha ringraziato gli alpini che in questi giorni stanno montando le tensostrutture per tenere al riparo gli utenti in attesa fuori dall’ospedale e ha rivolto un grazie anche a Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco Sondrio che ha fatto pervenire all’ospedale Manzoni dieci ventilatori polmonari che oggi sono già a disposizione dei pazienti.
Il virus non è cambiato
A ribadirlo ancora una volta è il primario di Infettivologia dell’ospedale Manzoni, Stefania Piconi: “Il virus non si è modificato, i pazienti che stiamo assistendo presentano le stesse caratteristiche viste nella prima parte delle pandemia. Nel 20% di loro queste condizioni cliniche rapidamente decadono. Rispetto alla terapia, abbiamo imparato molto: certi antivirali usati nella prima parte della pandemia non hanno avuto riscontri importanti quindi ci si è improntati ad un’impostazione diversa nella cura del paziente, che viene seguito e monitorato nell’evoluzione della malattia”.
Al Manzoni, ha fatto sapere il primario, si sta procedendo allo studio di due antivirali e si è in attesa di partire anche a Lecco con la sperimentazione di uno dei vaccini già al vaglio dei ricercatori.