LECCO – Alveari bollenti e fiori secchi, gli apicoltori del Lario dicono addio al 30% del miele di quest’anno. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti interprovinciale sui più di 24mila alveari presenti nelle province di Como (11.740) e Lecco (12.390).
Tutta colpa del gelo prima e del caldo africano poi, racconta Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti lariana: “L’andamento climatico di quest’anno è stato poco favorevole ai nostri apicoltori. Il ritorno di freddo mentre l’acacia fioriva, in primavera, ne ha ridotto le produzioni anche dell’80%, il maltempo, arrivato successivamente, ha costretto le api a rimanere nelle arnie, e infine il caldo africano di queste ultime settimane ha mandato in sofferenza le piante con effetti sulla produzione dei nettari. Queste concause hanno avuto una ripercussione importante sulla produzione di un’eccellenza del territorio come il miele lariano: un alimento di qualità, rispettoso dell’ambiente”.
I “pastori delle api” — continua l’associazione degli agricoltori —, che a Como sono 408, stanno facendo fronte ad una situazione produttiva che definiscono “disastrosa”, come racconta Andrea Ortelli, apicoltore 30enne di Carlazzo: “Noi siamo riusciti a fare pochissimo miele di acacia, ma molti nostri colleghi sono rimasti “a secco”, per colpa delle intense gelate primaverili. Ora, invece, la siccità e l’eccessivo caldo stanno influendo negativamente sulla produzione di miele estivo, con un calo del 30%”. A fargli eco Enrico Ranghetti, 52 anni, apicoltore di Beregazzo con Figliaro, racconta: “È la prima volta che, per colpa del caldo, registro nella nostra zona una riduzione così forte delle covate delle api regine e sulla riproduzione degli sciami. La mortalità, quest’anno, può essere stimata attorno al 60%. Quest’annata sta facendo registrare il 70% di quasi tutte le varietà di miele, tranne il castagno, che per ora, sembra partito bene”.
A Lecco, dove gli apicoltori sono 339, conferma il calo Maria Assunta Manzoni, apicoltrice di Galbiate da 15 anni: “Il miele d’acacia, quest’anno, praticamente non è stato fatto. Quello che ci salva, nonostante il gran caldo, è invece il millefiori che, seguito da tiglio e castagno, sta andando bene“.
La Lombardia — conclude Coldiretti —, con i suoi 5mila apicoltori e le sue 143mila arnie, rischia di avere quest’anno 500 tonnellate in meno di miele e di prodotti dell’alveare rispetto alle 1.700 tonnellate delle annate normali.