Sono 15 i bambini ricoverati al Manzoni per il virus respiratorio sinciziale
Lecco ha ospitato anche piccoli pazienti trasferiti dal Milanese. Bellù: “E’ un’epidemia con numeri assoluti molto alti”
LECCO – Una vera e propria epidemia, ma questa volta non c’entra il Covid, anche se il problema può essere considerato, sotto certi aspetti, un effetto collaterale del coronavirus. Stiamo parlando della bronchiolite, l’infezione virale acuta, nota anche come virus respiratorio sinciziale, che colpisce il sistema respiratorio dei bambini piccoli, indicativamente sotto l’anno d’età.
In molti ospedali lombardi i reparti pediatrici sono, da alcune settimane a questa parte, pieni: una situazione a cui non si sottrae il Manzoni di Lecco, dove sono ben 15 i piccoli pazienti ricoverati (poco meno della metà dei posti letto a disposizione tra Terapia intensiva neonatale e Pediatria) in questi giorni perché affetti dal virus Rsv.
“Siamo di fronte a un’epidemia” conferma Roberto Bellù, neonatologo nonché direttore del reparto materno infantile dell’Asst Lecco, sottolineando come la terapia intensiva neonatale di Lecco abbia dovuto anche ospitare anche piccoli pazienti inviati da ospedali milanesi.
I numeri assoluti di questa infezione sono più alti non solo rispetto allo scorso anno, quando la circolazione di questo virus era stata “ovattata” dalle misure di contenimento del Covid, ma anche rispetto agli anni precedenti. “E’ un’ondata che lo scorso anno non avevamo registrato dato che la scarsa circolazione delle persone aveva fatto in modo che ci fosse anche una ridotta circolazione del virus respiratorio sinciziale”.
Quest’anno, con la riapertura di tutte le attività, il virus ha iniziato a circolare anche con un certo anticipo facendo subito registrare picchi importanti. Solitamente la bronchiolite si manifesta con febbricola e rinite e generalmente si risolve spontaneamente in alcuni giorni. Nei casi più severi, oltre alla tosse insistente, comporta anche difficoltà respiratoria e può comportare il ricovero, soprattutto nei primi mesi di vita del neonato, in ospedale con il ricorso anche alla terapia intensiva o sub intensiva.
Per quanto riguarda invece la diffusione del Covid tra i più piccoli, anche gli ultimi dati confermano il trend registrato da inizio emergenza: resta quindi bassissima l’incidenza di casi gravi (necessari quindi di un ricovero ospedaliero) tra i pazienti pediatrici.