LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Sulle linee guida nella determinazione delle dei costi a carico delle famiglie per l’accesso ai servizi comunali a domanda individuale (rette degli asili nido, mense, trasporto scolastico, eccetera) si è arrivati finalmente alla proposta di metodo nel determinare le tariffe.
Nel sistema attuale per quanto riguarda il servizio mensa (due figli a carico), faceva fede il puro reddito famigliare con una tariffa minima di 1,55Euro da 3000 Euro fino ad un reddito superiore di 49200 Euro ad una tariffa di 5,30Euro. Logicamente la ripartizione così fatta creava in equità in quanto ad esempio per un reddito di 28.289 euro di applicava il buono mensa di 2,60 euro mentre per un reddito di 28.291 si applicava un il buono di 4,20 Euro , inoltre la fascia tra 15.530 a 28.290 che si vedeva applicato il buono da 2,60 risultava troppo ambia per cui iniqua.
Ora che farà fede sarà il nuovo metodo ISEE (indicatore situazione economica equivalente ) indice indubbiamente più congruo , in quanto tiene in considerazione l’effettiva situazione famigliare in quanto è un indicatore che tiene conto di reddito, patrimonio (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche di un nucleo familiare (per numerosità e tipologia). Inoltre la determinazione sarà fatta non più a fasce , ma secondo una retta proporzionale .La decisione ora sta in tre punti fondamentali: determinazione della partenza ISEE , minimo applicabile , determinazione del limite di reddito ISEE massimo da impostare , e se far pagare la piena retta ai non residenti.
Supponiamo di partire da un ISEE 3.000 fino ad 30.000 oppure da 0 a 30.000
Logicamente la retta nel primo caso è più ripida e tutti pagano di più rispetto il secondo caso .
Attenzione però perché se decido per assurdo di aumentare il reddito ISEE max (es. da 30.000 a 50.000) il valore del buono cambia, a 30.000 avrò un costo di circa 3 Euro .a 10.000 di circa 1 Euro.
Viceversa se lo abbasso ISEE 15.000 il valore del buono mi si alza, a 10.000 avrò 3,36 Euro e a 15.000 avrò già la tariffa massima (5,30).
Per cui le decisioni si concretizzeranno da queste due decisioni se partire da un ISEE uguale a 0 , e fissare un tetto massimo di valore ISEE per il buono massimo di 5,30 Euro. Inoltre se far pagare ai non residenti la retta massima = 5,30 + (quello che in pratica il comune sborsa) oppure fissare il massimo prezzo a 5,30 Euro . Quindi ora tutte le decisioni saranno nel determinare i parametri di partenza e di arrivo ISEE (min e max) e naturalmente se far pagare il costo effettivo della mensa ai non residenti”.
Ezio Venturini
Capogruppo Consigliare Italia dei Valori Lecco