MILANO – “E’ necessario che Regione Lombardia partecipi ai tavoli internazionali con Roma e Berna quando si discutono tematiche legate ai frontalieri perché parliamo di 45mila cittadini lombardi distribuiti in 350 dei nostri Comuni”. Questo il messaggio che ha mandato Francesca Brianza (Lega Nord), Presidente della Commissione speciale rapporti tra Lombardia, Confederazione elvetica e Province autonome, al termine della seduta convocata per affrontare le tematiche relative a fisco e compensazione finanziaria relativamente ai lavoratori frontalieri.
Un incontro che si è reso ancor più urgente alla luce dell’esito del referendum elvetico sui flussi migratori. Ospite della seduta il dottor Attilio Citrano della Direzione generale Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato che ha tracciato un quadro dettagliato della normativa vigente, della disciplina fiscale e del riparto dei cosiddetti “ristorni” sul territorio nazionale e lombardo: 50-60 milioni di euro all’anno, di cui l’85 per cento arriva in Lombardia tra Province, Comunità montane e singoli Comuni. Somme queste derivanti dall’accordo tra Italia e Svizzera che prevede che il salario dei frontalieri sia tassato solo nello Stato in cui si lavora, con l’obbligo da parte di quest’ultimo di compensare con il 40% del lordo delle imposte sulle remunerazioni i Comuni di confine. Accordi che ora potrebbero anche essere rivisti. “Si tratta di fatto di un rapporto basato sulla fiducia nei confronti della Svizzera e sull’accettazione delle stime di frontalieri – ha evidenziato il consigliere Luca Gaffuri (PD) – Oggi però il clima di tensione sta aumentando e mi sembra che ci siano i presupposti per far saltare gli accordi bilaterali, come richiesto in maniera trasversale dai capigruppo nel Gran Consiglio del Canton Ticino, ad esempio”. Da qui la richiesta di Gaffuri di un nuovo incontro tematico con i rappresentanti cantonali sul modello di quello dello scorso luglio a Palazzo Pirelli. Il Presidente Brianza ha annunciato che in Primavera è in calendario il vertice con i rappresentanti del Cantone dei Grigioni, quindi si potrà organizzare un secondo confronto con i ticinesi.