Regolamento europeo sugli imballaggi, il parlamento europeo approva un testo più morbido
“Il testo della Commissione rappresentava un attacco al riciclo, da sacrificare all’altare del riuso con conseguenze disastrose per aziende e cittadini”
M.P. – Il parlamento europeo, nei giorni scorsi, ha votato a larga maggioranza (426 voti favorevoli, 125 contrari e 74 astenuti) il Regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr). Approvato un testo più morbido, rispetto alla proposta iniziale della commissione. Diversi gli emendamenti presentati, come quelli del gruppo dei Conservatori di cui fa parte anche Pietro Fiocchi (Fratelli d’Italia): per l’europarlamentare lecchese, infatti, “il testo della Commissione rappresentava un attacco al riciclo, da sacrificare all’altare del riuso con conseguenze disastrose per aziende e cittadini”. Passano invece emendamenti decisivi, soprattutto agli articoli 20 e 26, che introducono deroghe importanti agli obiettivi di riuso e danno una rilevante sforbiciata alla lista di imballaggi monouso messi al bando: salvi ad esempio le buste per imballare l’insalata, le bustine di zucchero, i piatti usa e getta nei fast food.
Il 22 novembre è stata approvata dal Parlamento Europeo la Proposta di Regolamento sugli imballaggi e rifiuti d’imballaggio, è soddisfatto del risultato?
“Sono soddisfatto. Salvo un emendamento tutto quel che volevamo far passare è passato. C’è stato un lavoro forte che ha contribuito a costruire alleanze trasversali con tutti i deputati italiani che non hanno tradito le aspettative. Grazie a questo lavoro, il testo che inizialmente era caratterizzato da un eccessivo idealismo, ora è più realizzabile e applicabile alla realtà in cui viviamo.
Inizialmente la proposta di regolamento prediligeva il riuso rispetto al riciclo ma pensiamo alla quantità di acqua e detersivi che verrebbero utilizzati per permettere il riuso. Inoltre non riconosceva gli sforzi fatti dalla filiera italiana sul riciclo, la più efficiente in Europa assieme a quella del Belgio. Grazie agli emendamenti proposti da me e dai miei colleghi, siamo riusciti ad ampliare le maglie per il riciclo al principio del riuso, permettendo di tutelare il nostro Paese e il nostro territorio. Inoltre, con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, i paesi che riciclano almeno l’85% non saranno sottoposti a nuovi vincoli”.
In che modo la nostra economia territoriale verrà influenzata da questo Regolamento?
“L’idealismo iniziale avrebbe portato ad un disastro economico. Pensiamo a quante aziende del lecchese avrebbero dovuto chiudere o duplicare i prezzi di vendita dei loro prodotti. Per non parlare della perdita di posti di lavoro! Gli imballaggi toccano praticamente tutti i settori di produzione. Siamo però riusciti ad escludere il vino e le bevande alcoliche dall’obbligo di riuso, di fatto facendo riconosce il valore delle nostre filiere. È una questione anche sanitaria. Lo stesso vale per il settore alberghiero e della ristorazione ma anche per i contenitori a contatto con i cibi freschi. Insomma, potremo acquistare ancora l’insalata pronta nel sacchetto e l’uovo di Pasqua ICAM avvolto nella carta dei calciatori. Una battaglia in nome del buonsenso, che premi gli sforzi fatti e che fa bene sia all’economia che all’ambiente.
Parlando invece delle cose che andranno a cambiare una volta entrata in vigore questa normativa, vi cito alcuni punti che ritengo più vicini ai consumatori. Un primo punto riguarda l’obbligo di riuso per bevande analcoliche, ponendo degli obiettivi ben precisi: il riuso del 20% nel 2030 e 35% nel 2040. Un’altra interessante introduzione è quella che, a partire da due anni dopo l’entrata in vigore del Regolamento, i ristoranti, i Café e in generale tutti i distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione, dovranno offrire ai clienti la possibilità di utilizzare il proprio contenitore portato da casa, ovviamente rendendo questa opzione più conveniente anche al consumatore”.