Alpinismo. Ogre, una sfida di attese per Della Bordella e Cazzanelli

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François Cazzanelli e Matteo Della Bordella Ogre pilastro est
Da sinistra François Cazzanelli e Matteo Della Bordella

Primo tentativo di salita sul Pilastro est andato a vuoto: avverse le condizioni meteo

“L’alpinismo d’esplorazione è un gioco di paziente attesa”

PAKISTAN – Quasi un mese fa gli alpinisti Matteo Della Bordella e François Cazzanelli, supportati dal Club Alpino Italiano, erano partiti alla volta del Pakistan con un obiettivo ben in testa: salire sull’Ogre, cima del Karakorum, e aprire una via lungo l’involato Pilastro est. Con loro anche il francese Symon Welfringer e lo svizzero Silvan Schüpbach.

Ogre, Karakorum – Pakistan (Archivio Thomas Huber)

Ma il primo tentativo di salita su quella che è considerata ancora oggi una dalle grandi sfide aperte del Karakorum non è andato a buon fine. Dopo aver raggiunto il campo base dell’Ogre, poco oltre i 4000 metri di quota, in pochi giorni di cammino, i quattro alpinisti hanno cominciato un periodo di lunghe attese e calcoli per capire quando poter iniziare a esplorare la montagna, alla ricerca della miglior via di salita. Nonostante le difficili condizioni meteo, sono riusciti a ritagliarsi lo spazio per salire in quota e compiere le prime rotazioni necessarie ad acclimatare il corpo. Il primo tentativo di salita è stato abortito dopo solo pochi passi.

Alpinismo Ogre pilastro est Matteo Della Bordella
Matteo Della Bordella

“Non c’erano le condizioni e il meteo era veramente brutto – hanno spiegato il Ragno di Lecco Della Bordella e Cazzanelli –. Ci sono temperature altissime, con lo zero termico a oltre 5500 metri. In più l’altra notte pioveva, mentre sopra i 5500 metri nevicava intensamente. Meglio rientrare al campo base e godersi una calda tazza di tè. In fondo l’alpinismo d’esplorazione è un gioco di paziente attesa, una partita a scacchi tra l’ignoto e il proprio desiderio di guardare nuovi orizzonti”.

François Cazzanelli Ogre pilastro est
François Cazzanelli

Come tutte le imprese, anche quella del Pilastro est richiede pazienza, costanza e attenzione. Forse ancor più che in altre circostanze, considerato che una ventina di cordate hanno tentato di scalare questa linea magnetica, spingendosi al massimo fino a 6800 metri di quota.

La speranza è che questa nuova via ‘a goccia’, dritta e logica, che ha come naturale continuazione la Cima est (circa 7150 metri), anch’essa inviolata, possa finalmente essere esplorata.

Sul portale del Cai loscarpone.cai.it è online il diario di viaggio della spedizione.