Approvata la nuova Legge sulla Montagna. Guide Alpine riconosciute come riferimento professionale

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Una normativa attesa da anni che definisce criteri oggettivi per le aree montane

“I nostri professionisti continueranno a svolgere il loro ruolo con rinnovato senso di responsabilità”

LECCO – Dopo anni di attesa, l’Italia si è finalmente dotata di una legge quadro sulla montagna: un provvedimento che non solo colma un vuoto normativo, ma ridefinisce il perimetro territoriale restituendo centralità alle comunità locali e alle professioni legate all’ambiente montano.

La nuova normativa invita a una frequentazione della montagna più consapevole e responsabile, riconosce il ruolo unico dei professionisti del Collegio Nazionale Guide Alpine, Guide Alpine, Accompagnatori di Media Montagna e Guide Vulcanologiche, e li valorizza come figure chiave nella tutela, nella sicurezza e nella promozione del patrimonio montano del nostro Paese.

La legge “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, promossa dal Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, introduce per la prima volta una definizione chiara e univoca di “montagna”, fondata su criteri oggettivi come altitudine e pendenza. Un passo fondamentale che apre la strada a interventi concreti per lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione di questi territori.

All’interno del testo, due articoli in particolare sono dedicati ai professionisti del Collegio Nazionale Guide Alpine e al loro lavoro:

  • Viene ribadito il riconoscimento come professioni della montagna delle figure di guida alpina, aspirante guida, accompagnatore di media montagna e guida vulcanologica. Questo riconoscimento rafforza quanto già stabilito dalla legge quadro 6/89 e conferma il ruolo strategico e unico di queste professioni come presìdi fondamentali per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale delle aree montane. Inoltre la “Strategia della montagna italiana” si occuperà, tra le altre cose, di specifiche misure per la valorizzazione e la tutela delle professioni della montagna esercitate nelle zone montane.
  • L’attività escursionistica viene riconosciuta come strumento essenziale per la tutela e la promozione del patrimonio ambientale. La norma affida al Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie il compito di definire i criteri di classificazione e individuazione dei percorsi escursionistici, ai fini della loro fruizione in condizioni di “sicurezza” intesa come frequentazione consapevole e auto-responsabile.

Di particolare rilievo è anche il comma che stabilisce come “il fatto colposo del fruitore costituisca caso fortuito ai fini della responsabilità civile”. In concreto, ciò significa che, se un escursionista si infortuna a causa di un evento accidentale, come la caduta di un sasso, oppure per un comportamento imprudente o disattento, tale evento viene considerato un caso fortuito.

In questi casi, la responsabilità del danno non ricade automaticamente sugli enti gestori del territorio o su chi ha realizzato interventi di manutenzione dei percorsi. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché riconosce che la montagna comporta rischi intrinseci e che chi la frequenta deve farlo in modo consapevole e responsabile, nel pieno rispetto del contesto naturale.

“Con questa legge si compie un passo significativo verso il riconoscimento concreto del valore della montagna e di chi, ogni giorno, la vive e la tutela anche attraverso il proprio lavoro – commenta Martino Peterlongo, Presidente del Conagai – I nostri professionisti continueranno a svolgere il loro ruolo con rinnovato senso di responsabilità, consapevoli di essere non solo guide, ma anche custodi di un patrimonio unico che appartiene a tutti”.