L’appuntamento è per venerdì 15 novembre a Lecco
Per ricordare la spedizione che preparò la grande vittoria lecchese del 1974 sulla “Montagna Impossibile”
LECCO – Il prossimo venerdì 15 novembre nella Sala Ticozzi di via Ongania 4, a Lecco, Roby Chiappa, Gianni Stefanon, Piero Ravà, Gianluigi Lanfranchi e gli altri testimoni della spedizione lecchese del 1970, racconteranno la loro “avventura dimenticata”, ma che fu preludio al successo di quattro anni dopo.
La serata sarà condotta dai giornalisti di montagna Giorgio Spreafico e Serafino Ripamonti, che accompagneranno i protagonisti nella rievocazione dei momenti salienti di quella grande avventura, con il supporto delle straordinarie e rare immagini realizzate nel corso della spedizione.
La storia e il valore della spedizione
Nel 1958 il “Bigio” Carlo Mauri aveva tentato di salire il versante Ovest del Cerro Torre assieme a Walter Bonatti. La loro esplorazione si era fermata poco sopra il colle che separa il Torre dal Cerro Adela, ma il Bigio non aveva mai dimenticato quella montagna così bella e impossibile. Nel 1970 Mauri torna al cospetto dell’Urlo di Pietra guidando la spedizione organizzata dalla sottosezione di Belledo del Cai Lecco, attorno alla quale orbitano i più attivi alpinisti lecchesi, molti dei quali appartenenti ai Ragni della Grignetta.
Il Bigio chiama al suo fianco cinque compagni di provato talento: Casimiro Ferrari, Pierlorenzo “Canèla” Acquistapace, Piero Ravà, Gianluigi “Pomèla” Lanfranchi, Roberto “Robi” Chiappa e Gianni “Yoghi” Stefanon. Al team alpinistico si aggiungono poi come “aiutanti” Gianfelice Rocca, Giuseppe Cima e Folco Doro Altan.
Una volta al cospetto del Torre è Casimiro ad assumere il ruolo di leader delle cordate e guida i compagni molto in altro fra le incredibili pareti di ghiaccio verticali e strapiombanti. Arrivano fino a circa 300 metri dalla cima, ma, ancora una volta, il Torre impone la spietata legge delle sue tempeste e dei suoi venti implacabili. Ancora una volta i lecchesi sono costretti a rinunciare al loro sogno.
L’appuntamento con la vetta però è solo rimandato e questa “sconfitta” è solo il preludio di un successo: saranno proprio le esperienze e la voglia di rivincita maturate nel corso di questo tentativo a porre le basi dell’avventura che, quattro anni dopo, porterà finalmente i lecchesi sulla sommità del Torre.
Questa serata vuole essere un omaggio ai protagonisti della spedizione del 1970 e un doveroso ringraziamento per il loro contributo alla realizzazione di uno dei più grandi successi nella storia dell’alpinismo lecchese.