Per ora nelle strutture montane l’acqua non manca, ma resta decisiva la frequenza delle precipitazioni
Gli ultimi temporali hanno riempito vasche e cisterne, garantendo un puntuale approvvigionamento. Più problematica la situazione all’Azzoni: tra due settimane valutato lo stato di criticità
LECCO – Continua a imperversare sul territorio lecchese il problema della siccità, criticità che non sta interessando solo le cittadine della provincia, ma anche i rifugi, che dopo un inverno senza precipitazioni si trovano ad affrontare un’estate altrettanto asciutta, seppur con qualche breve rovescio di tanto in tanto.
Tuttavia, a discapito dell’evidenza, molte strutture versano in una situazione stabile dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico. Tra queste il Rifugio Elisa, del Cai Grigne di Mandello e gestito da Elena Cosmo, e il Rifugio Casera Vecchia di Varrone, amministrato da Antonella Fazzini.
“A inizio stagione il quadro era più critico per via della poche neve – spiega Elena Cosmo – fondamentale per alimentare le sorgenti. Al momento la fonte situata sotto il rifugio è secca, ma con gli ultimi temporali ha ripreso un po’ di vigore. Per il Rifugio Elisa è una fortuna averla, altre strutture possono contare unicamente sull’acqua piovana”.
Nessun problema da segnalare al momento neanche per il Rifugio Casera Vecchia: “La Valvarrone è ricca di acqua, per cui non abbiamo mai avuto difficoltà a rifornirci da questo punto di vista. Inoltre le piogge dell’ultimo periodo hanno dato una mano”, racconta Antonella.
Segue la stessa linea delle dichiarazioni dei due gestori anche la testimonianza di Giulio Buzzoni, gestore del Rifugio Tavecchia in Val Biandino: “Attualmente non soffriamo la mancanza d’acqua, sicuramente i rifugi più in quota avranno maggiori complessità da affrontare. Tuttavia è un dato di fatto che i laghi sopra la struttura, Lago di Sasso e Lago Inferno, non siano nelle migliori condizioni, anche se le sorgenti per ora resistono”.
Situazione stabile anche al Rifugio Bietti, appartenente alla sezione Cai Grigne di Mandello: “Il problema è riscontrabile più sul resto del territorio che qui da noi – spiega il gestore Marco Madama – se per tutta l’estate, nonostante la siccità, dovessero esserci tre/quattro temporali al mese riusciremmo a cavarcela perché con l’acqua piovana possiamo riempire le cisterne, in cui raccogliamo le nostre riserve di approvvigionamento. Chiaro che se in piena stagione dovesse esserci un mese di siccità, allora la situazione volgerebbe in termini critici. Per ora con i recenti temporali abbiamo fatto il pieno”.
Più preoccupato rispetto ai colleghi in merito all’attuale quadro climatico Stefano Valsecchi, gestore del Rifugio Azzoni sul Resegone: “Quest’inverno, a causa della quasi totale assenza di neve, abbiamo quasi rischiato di chiudere. Adesso va meglio ma qui l’acqua si consuma velocemente e senza pioggia le condizioni andranno via via peggiorando. Con l’ultima precipitazione pensavamo di averne accumulata a sufficienza, ma così non è stato. Sicuramente è ancora presto per parlare di una situazione di crisi, ma se l’andamento nelle prossime due settimane dovesse rimanere questo, ci troveremmo con certezza in uno stato di emergenza“.
A complicare il tutto l’imprevidibilità delle piogge per via dei cambiamenti climatici in atto. Per cercare di ottimizzare le risorse idriche Stefano sta pensando di impermeabilizzare le vasche presenti in struttura: “Con questo intervento sarà possibile contrastare eventuali infiltrazioni presenti o perdite, sfruttando l’acqua raccolta nella sua interezza. Uno step fondamentale per preservarla, considerando che un persona qui in rifugio solo per lavarsi ne consuma fino a 50 litri”. Conclude poi dicendo: “In qualità di gestore devo anche ragionare su quanto sarà e potrà accadere, proiettandomi sul lungo periodo“.