L’ing. Mario Covini: “Troppi tagli indiscriminati”
“Al posto della faggeta c’è un intrico impenetrabile di sterpaglie ed alberi in crescita”
MORTERONE – “Con il cambiamento climatico l’equilibrio dei boschi va ancora più rispettato di prima, altrimenti si trasforma un gioiello di faggeta in un intrico di sterpaglie“. Ne è convinto l’ing. Mario Covini che nei giorni scorsi ha scritto una lettera al sindaco di Morterone, Dario Pesenti, sulla discussa ‘traccia’ di strada strada agrosilvopastorale per il taglio dei boschi apparsa a Morterone.
Il tracciato sale dalla piazzola dell’elicottero fin quasi alla sorgente delle Forbesette, seguendo il sentiero 916 (ex 16). Al riguardo, il sindaco di Morterone aveva spiegato: “L’intervento, autorizzato, si è reso necessario per alleggerire il bosco e ha una duplice valenza: da un lato consentirà di accedere alle zone boschive inaccessibili per la manutenzione e dall’altro fungerà da linea taglia fuoco”. “Campiamo – aveva aggiunto il presidente della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone e Riviera Fabio Canepari – che a prima vista può essere impattante ma il tempo rimarginerà le ferite e presto il tracciato si rinverdirà”.
Considerazioni che l’ing. Covini, ‘assiduo frequentatore di Morterone e dei suoi boschi’, come precisato, ha confutato con una lunga lettera, corredata da un report fotografico, inviata proprio al primo cittadino. La riportiamo di seguito:
Buongiorno Sig. Sindaco,
Sono un ingegnere che, pur non essendo agronomo, ho studiato funghi e piante a contatto col Direttore della facoltà di Microbiologia dell’Università di Innsbruck, seguendo sotto la sua direzione le piantumazioni ad alta quota della Forestale Austriaca, ed ho insegnato Micologia ai Corsi Nazionali di Micologia indetti dalla Provincia di Trento per Ispettori Micologi.
Sono assiduo frequentatore di Morterone e suoi boschi e, già nel 2014 avevo scritto al vostro Comune per mettervi in guardia dal fatto che i tagli “a tappeto” delle vostre faggete stavano causando tropicalizzazione e imbastardimento delle stesse.
Purtroppo, le mie preoccupazioni, confutate da una lettera dell’agronomo da cui il precedente sindaco mi aveva fatto rispondere, si sono rilevate tragicamente vere, ed oggi, dove allora sono stati fatti tagli indiscriminati, le antiche e pregiate faggete si sono trasformate in un intrico di arbusti, sterpaglie e piante opportunistiche, neppure più percorribili dall’uomo.
Questo perché, come scrivevo allora, tagliando 8 faggi su 10 si rompe l’equilibrio (oggi già precario per il cambiamento climatico) consentendo alle piogge torrenziali, non più ‘trattenute’ dalla chioma dei faggi, di dilavare ed impoverire il terreno ed ai raggi del sole di bruciarlo, causando la crescita di piante e funghi “di pianura” a soffocare i faggi rimasti, sostituendoli con una selva di piante e sterpaglie opportunistiche, molto più veloci nella crescita.
Ora, vista anche la strada che è stata tracciata verso la sorgente Forbesette, già di per sé orribile e incomprensibile in una zona di Maggior Tutela Forestale, e viste le dichiarazioni che lei ha rilasciato, ho motivo di credere che la abbiano consigliata male, e mi sento di confutare:
1. Le strada realizzata non ha nulla a che vedere con le piste tagliafuoco, che hanno ben altre regole di realizzazione e continua manutenzione, per evitare che eventuale sterpaglia diventi mezzo di trasmissione del fuoco.
2. Non si può affatto parlare di “manutenzione e rinverdimento del bosco”, perché, come già detto, ed è l’effetto peggiore, dove si taglia 8 o più faggi su 10 o comunque si scopre il terreno, si avrà il solo effetto di tropicalizzazione.
3. Faggi di 40 – 80 anni quali quelli tagliati non si capisce perché abbiano bisogno di essere tagliati; allora i Grandi Alberi del Sentiero, che ne hanno 200 andrebbero abbattuti tutti? In era di cambiamenti climatici, diventa più che mai fondamentale il maggior rispetto di equilibri e limitarne al massimo la rottura per evitare disastrose conseguenze. La azienda e l’agronomo che si occupa dei tagli ne hanno tenuto conto?
4. Viceversa, costruire una strada rompendo la continuità del bosco e la continuità della corsa delle acque nel sottosuolo è un danno evidente.
5. Avrebbe senso tagliare i cedui per portarli ad altofusto, o una cura mirata degli altofusto, ma non è quello che è stato fatto: l’evidenza che si ha è quella di aver voluto capitalizzare la maggior parte di legna possibile, anche perché la “manutenzione” è stata stranamente orientata solo ai faggi, di alto valore economico, e non ai carpini e noccioli presenti in modo massiccio e infestante in molte zone del territorio e non “manutenuti”.
6. Un precedente sindaco aveva dichiarato alla stampa di taglio dei boschi per il bilancio comunale, “come i vostri nonni” (che pero’ tagliavano in ben altro modo). Allora la strada ed i tagli sono per il bilancio comunale, per l’Azienda che taglia, per manutenzione, per tagliafuoco?
Una cosa è certa: passando per i boschi tagliati qualche anno fa ci si trova davanti non più ad un bellissimo e fresco bosco di faggi col suo fogliame o sottobosco a mirtillo o piccola erba, ma ad un intrico impenetrabile di sterpaglie ed alberi in crescita che nulla hanno a che vedere con la faggeta, che è in evidente sofferenza, con la comparsa di funghi opportunisti, e con danno tangibile per il turista.
Le chiedo quindi, come tanti lettori del dibattito apertosi, di avere una risposta a queste domande, che pongo via PEC per non aver ricevuto risposta via mail ordinaria, e mi rendo disponibile in qualunque momento a venire a Morterone per portarla in sopralluogo e mostrarle quello che dico.
Spero di trovare in Lei un Sindaco con sensibilità nei confronti del patrimonio boschivo e naturale e della sua conservazione futura e vedere fermare immediatamente i tagli di questo tipo.
Resto a disposizione,
Cordiali Saluti,
Mario Covini