M5S: Piazza Affari: fabbrica del Duomo e l’ “Annuncite” di Fragomeli

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Logo_movimento_5_stelleLECCO – “In questi giorni Piazza Affari ed il nuovo Tribunale, alla cui deprecabile situazione avevamo dedicato un comunicato di denuncia lo scorso 27 ottobre, sono tornati tristemente di attualità.
Oltre al degrado, già denunciato, ancora evidenziatosi in questi giorni con l’autentico “venire a galla”, causa maltempo ed allagamenti, di siringhe tossiche, sporcizia e schifezze di ogni genere, è stata la ripresa dei lavori, o presunta tale, a riempire la cronaca cittadina.
Al nobile gesto, di grande senso civico, della dottoressa Carsana, con la rinuncia, da parte della sua azienda, al ricorso che impediva una rapida assegnazione dei lavori, ha fatto seguito, nell’arco di pochi giorni, l’incarico per il secondo lotto conferito, dal Provveditorato, ad una impresa novarese che, così, riprenderà opere ed attività.
Su questa iniziativa non ha mancato di rivendicare merito il locale on. Fragomeli.
Dalle nostre parti l’iniziativa dell’ Onorevole,dopo anni di inerzie e ritardi, appare quasi come appendere il cappello sopra a qualcosa senza meriti rispetto a risultati non così facilmente attribuibili e sui quali ci si precipita ad annunciare “Io!!!”. Purtroppo, per l’Onorevole, la corsa alla rivendicazioni di meriti è stata affrettata.
L’assessore Rota, infatti, è tornata nei giorni scorsi dall’incontro romano con gli interlocutori del Ministero della Giustizia, con una pessima notizia: per completare i lavori comprensivo del terzo lotto mancano 7 milioni di euro.
Evidentemente non bruscolini. Questo fatto, pur frequentando i palazzi romani, l’on. Fragomeli non lo aveva considerato o si era ben guardato di comunicarlo nella sua incensazione. Sul completamento del progetto continuano a gravare dense nubi ed incertezze ed i meriti strumentalmente rivendicati si azzerano.
I lecchesi dovranno attendere ancora a lungo.
L’annuncite, malattia di Governo che sembra pervadere molti esponenti, anche locali, del PD, ancora una volta ha prevalso. Parole, non fatti, questa è la regola ed i lecchesi, intanto, dovranno continuare a fare i conti con la loro fabbrica del Duomo.”

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