1° Maggio: piove, salta
il comizio

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Pioggia protagonista non gradita domenica alle celebrazioni per il primo maggio a Lecco. Altra protagonista  Isilda Armando, angolana, sindacalista, buon italiano. E’ stata scelta per leggere il comunicato unitario di Cgil, Cisl e Uil. Quello lombardo che chiede alla Regione di ripristinare il livello dei fondi soliali del 2010. A dire il vero i segretari generali lecchesi Valerio Colleoni (CISL), Wolfango Pirelli (CGIL) e Giacomo Arrigoni per la UIL, erano in piazza Cermenati, pronti a salire sul palco del concerto lecchese del 1° Maggio, festa dei lavoratori, ma la pioggia scrosciante ci ha messo del suo. Prima ricacciando tutti sotto gli stand che coronavano la piazza, poi andando per le lunghe fino alla tregua nel tardo pomeriggio.

Così i tre sindacalisti per accelerare i tempi e lasciare ancora spazio alla musica hanno deciso di cedere la parola a Isilda Armando, responsabile del settore immigrazione e metalmeccanici della Cisl, per la lettura del documento-appello di Cgil-Cisl-Uil Lombardia, di due facciate.

Gli unici segnali di contestazione diversamente da altre città dove ci sono stati forti contrasti a Lecco sono stati lo striscione dei giovani comunisti italiani (vedi foto sotto) e un altro giovane dallo stand della Fiom che ha fischiato durante la lettura del comunicato.

Alla fine la chiusura è spettata al gruppo dei musicisti della Casa del Pozzo di Vercurago.

 

 

SINTESI DELL’APPELLO DI CGIL-CISL-UIL LOMBARDE
“La situazione economica dei territori lombardi, pur in presenza di timidi segnali di ripresa, è ancora segnata dal perdurare della crisi – spiegano i sindacati -. L’assetto istituzionale italiano si muove ancora troppo lentamente nella transizione verso il federalismo; è necessaria una riforma fiscale nel segno dell’equità e della lotta all’evasione; i tagli ai trasferimenti dei fondi nazionali al sistema di welfare, alle Regioni e ai Comuni, riducono la disponibilità di risorse in capo alle istituzioni territoriali per far fronte alla domanda di tutela sociale e a favore della coesione sociale”.

L’INCHIESTA DI LECCONOTIZIE

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chi dice sì, chi dice no