88 – 10 / Valsassina. Barzio “controcorrente” dice no alla fusione

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logo_88-1088 – 10 – Dieci i comuni compresi nella macro area della Valsassina, tutti favorevoli ad un’ipotetica fusione eccetto Barzio. (L’articolo introduttivo: 88-10 Fusione tra Comuni. Chi ci sta?)

Ecco nel dettaglio i loro commenti a riguardo:

Andrea Ferrari barzio ridBARZIO (1.322 abitanti) – Andrea Ferrari (No): “Il problema non è l’essere favorevole o meno alla fusione dei comuni. Il vero problema è il tam tam mediatico che fa passare i comuni come fonti di spreco e sperpero di denaro pubblico e la vergognosa politica governativa che impone e di fatto “obbliga” le fusioni, con la promessa di decine di migliaia di euro di contributi, per qualche anno. E poi? La fusione di due o più comuni deve essere fatta solo e soltanto se le condizioni e il percorso (ovvero la convenzione dei servizi) per arrivarci vengono scelti in autonomia dagli amministratori e dai consigli comunali. Il percorso deve essere di preparazione degli amministratori, dipendenti ma soprattutto dei cittadini che attraverso le convenzioni dei vari servizi (polizia locale, ufficio tecnico, ufficio anagrafe, ufficio tributi, ufficio ragioneria ecc.) entreranno nell’ottica di un unico soggetto erogatore di servizi. Particolare importanza deve poi essere riservata alla condivisione degli strumenti urbanistici, l’estensione territoriale, la manutenzione del suolo e la tutela dell’ambiente. Tutto questo senza dimenticare che noi amministratori siamo al servizio dei cittadini e non di chi promette soldi in cambio di fusioni. Il comune di Barzio ha in convenzione con gli altri comuni dell’altopiano Valsassinese (Cassina, Cremeno e Moggio), il servizio di polizia locale, la funzione del catasto, la protezione civile, le scuole elementari e medie e il servizio di trasporto scolastico. La Comunità Montana invece gestisce le funzioni relative ai servizi sociali”

roberto_combi_sindaco_cassina-3-510x382CASSINA VALSASSINA (476 abitanti) – Roberto Combi (Sì): “Ci sentiamo già parte dell’Altopiano Valsassina, un territorio a sè: quando si è cominciato palare di unione servizi, noi avevamo già le scuole e la raccolta rifiuti già in gestione associata. Poi si è rilanciata idea di altre fusioni, però noi siamo rimasti sulla nostra posizione. Qualcuno dice “piccolo è bello” e per me ha ragione. E’ vero anche che andare avanti così in questi piccoli comuni diventa un problema. Ad esempio se parliamo con cittadini sono tutti contrari contrari alla cessione dell’acqua a Lario Reti Holding, io penso che ci sono cose da sistemare ma non si può immaginare uno scenario dove l’acqua venga gestita dai piccoli comuni. Abbiamo tanti problemi, tra cui questo fondo di solidarietà di 2,5 milioni di euro che va poi ad altri comuni. Il pubblico è talmente complicato, è un mondo che va capito interpretato e gestito per quello che si può. Barzio voleva andare con Pasturo, poi ci sono stati al nostro interno degli scollamenti sull’idea iniziale, da parte mia penso che si potrebbe fare un unico comune su tutto l’altipiano. Finora non lo abbiamo fatto perché non siamo ancora con l’acqua alla gola e tiriamo avanti. Ognuno gestisce il suo e si va avanti. Per ora non va male ma non credo durerà molto, dallo Stato stanno tagliando parecchio chiedendo l’impossibile ai cittadini. I soldi arrivano al Comune dai cittadini o dallo stato, quindi garantiamo servizi essenziali come l’istruzione. Alla fusione si dovrà arrivare prima o poi”.

Valerio Benedetti ridCORTENOVA (1.240 abitanti) – Valerio Benedetti (Sì): “Quello della Fusione dei Comuni è un tema d’attualità da molti anni, soprattutto a causa delle continue diminuzioni delle risorse restituite ai Comuni da parte dello Stato che mettono in difficoltà tutte le Amministrazioni nel far quadrare i bilanci e poter erogare i servizi. Per cui sono chiaramente favorevole alla fusione tra Comuni. Sicuramente la fusione al momento è la soluzione più “conveniente” anche perché ho avuto modo di confrontarmi con realtà che hanno già adottato questa forma di aggregazione (ad esempio Lavarone in un incontro a Casargo) e che hanno confermato che il ritorno economico è sicuramente ‘strabiliante’ se paragonato a ciò che ogni singolo comune riceve attualmente. Ma ciò che comunque non si deve dimenticare è il fatto di credere in un progetto in quanto migliorativo a livello di efficienza di erogazione di servizi e di ottimizzazione delle risorse quali personale e gestione amministrativa di appalti e così via. Oltre al consenso della popolazione , essendo il referendum obbligatorio, ci deve essere una completa idea politico-amministrativa di coloro che amministrano al momento della scelta che poi deve essere mantenuta a livello generale anche per chi amministrerà successivamente. Chiaramente ciò non dovrà andare ad eliminare le identità locali, ma valorizzarle come ad esempio già succede nei comuni con frazioni ben delineate e con forte senso di appartenenza (come Cortenova) lasciando che queste comunità abbiano ancora la possibilità di un’identità ed un’autonomia ‘folkloristica’ e patronale ma poi per tutto ciò che riguarderà la gestione amministrativa del territorio in mano al nuovo ente costituitosi. L’unica cosa che non bisogna dimenticare è che ogni cambiamento comporta sacrifici da parte di tutti ma se l’obbiettivo finale verrà raggiunto i benefici andranno di gran lunga a sopravanzarli”.

pierluigi_invernizzi_sindaco_cremeno-510x376CREMENO (1.507 abitanti) – Pier Luigi Invernizzi (Sì): “Sono favorevole, ma non a scatola chiusa, devo capire che tipo di aggregazione e condivisione di servizi si formerebbe. Non vedo dei vantaggi nel breve periodo, ma solo nel medio lungo termine, sicuramente ci sarebbe una riorganizzazione generale e una razionalizzazione delle spese; nell’immediato tutti questi risparmi non so se si avvereranno, ma aggregando i servizi e il personale sicuramente ci sarebbero. In quanto a svantaggi dobbiamo tener conto che le nostre sono realtà con una storia e una comunità, uno smembramento o accorpamento potrebbe portare a una perdita delle peculiarità. Ad oggi Cremeno ha delle convenzioni associate, dalla scuola, al trasporto scolastico, alla mensa e i servizi comunali, con Ballabio, con Pasturo la scuola media, la raccolta rifiuti, la segreteria convenzionata, e abbiamo degli accordi con la comunità montana per il sociale. I vantaggi delle convenzioni riguardano le spese e l’organizzazione, le casse sono sempre più vuote e c’è la necessità di incremento dei servizi, ma c’è anche carenza di personale, infatti ci ritroviamo sempre a tamponare la situazione. A livello teorico la fusione è la strada che il legislatore deve percorrere, a livello pratico ci molti paletti prima di raggiungere l’obiettivo, è un’operazione sicuramente più agevole se fatta su piccola scala”.

stefano-airoldi1INTROBIO (1.980 abitanti) – Adriano Stefano Airoldi (Sì): “Quando sono diventato sindaco dopo tre mesi ho dato un ultimato circa l’unione dei comuni, quindi le basi c’erano già. Facciamo il passo decisivo, procediamo alla fusione. Poi le cose sono cambiate e i numeri non erano più quelli. Vedevo Introbio con Primaluna, Cortenova, Taceno e Parlasco come comune unico, mentre Pasturo con Barzio. Il tutto è stato bocciato. Il governo ci ha messo il cappio al collo e piano piano lo sta stringendo. Il governo non può gestire fusioni, e non può costringere i comuni a farle. Facendole però si avrebbe solo un grosso ed enorme vantaggio. Aspettiamo l’esito del referendum, la mia paura è una risposta negativa, il campanilismo è sovrano nei paesi e la gente è disinformata. I cittadini introbiesi hanno una formazione campanilistica e legame forte al comune, sarà dura quando dovrò dire che ci dobbiamo mettere insieme agli altri. Ma personalmente agirei in questa direzione già domani”.

graziano_combi_sindaco_moggio-2-510x382MOGGIO (500 abitanti) – Graziano Combi (Sì): “Sono favorevole alla fusione. Già l’amministrazione è favorevole sull’altopiano. Prima di tutto per ridurre i costi, così non si va avanti: la fusione consentirà di avere risparmi notevoli in un’epoca di tagli e risorse ridotte come questa. Abbiamo tre funzioni associate con Cremeno, Barzio e Cassina, Polizia Locale, Protezione Civile e Catasto. Scopo principale è mantenere e garantire servizi ai cittadini se si riesce farlo assieme e abbassando i costi tanto meglio”.

guido-agostoni-pasturoPASTURO (1.945 abitanti) – Guido Agostoni (Sì): “Partiamo da un dato: Pasturo faceva parte di una Unione ed è uscito l’anno scorso dopo che l’anno precedente era uscito Introbio. Le Unioni, per la nostra esperienza, così come sono non funzionano perché incrementano le spese ed è come avere un comune in più da gestire: un segretario in più oltre a quello dei rispettivi comuni, una ragioneria in più oltre a quella dei rispettivi comuni e così via. Vi è quindi in sovraccarico di costi anche se di contro vi è una facilitazione di servizi. Una fusione potrebbe essere vantaggiosa perché riduce più comuni ad un solo comune, ma non è un’operazione facile. Io partirei da un’aggregazione arrivando poi ad un’eventuale fusione. L’88-10 mi sembra eccessivo, in Valsassina forse avrebbe senso un blocco di tre comuni, l’alta valle, l’altopiano e il resto. Comunque non concordo in una “fusione a freddo”, cosa che funziona solo in chimica. Prima si dovrebbero chiarire i termini e molto altro e poi lasciare la parola ai cittadini attraverso un referendum”.

renato-busi-parlascoPARLASCO (146 abitanti) – Renato Busi (SI) – “Sono favorevole alle fusioni tra comuni ed è cosa risaputa fin dall’inizio del mio mandato. Arriviamo dall’esperienza dell’Unione con Primaluna, Cortenova e Pasturo che oggi è fallita ma Parlasco vuole proseguire su questa strada e vedremo con chi sarà possibile intraprenderla. Con i suoi 140 abitanti e con lo Stato che porta via risorse, non possiamo andare lontano da soli, diventa difficile anche spalare la neve d’inverno. Stiamo guardando a Vendrogno e Bellano, che stanno per creare una nuova unione, e vorremmo capire se può esserci un ruolo anche per noi in questo processo, pur sentendoci più legati alla Valsassina che al Lago. Perché è fallita l’unione con i comuni valsassinesi? La suddivisione delle spese, soprattutto per i Comuni più grandi del nostro, ha portato evidentemente a degli svantaggi e a delle scelte diverse. Forse era necessario arrivare anni prima ad una fusione o comunque ad una migliore gestione dei servizi, non tutti in forma associata e questo si ripercuoteva sui singoli comuni. E’ un’unione che non è riuscita a completarsi”.

mauro artusi primalunaPRIMALUNA (2.170 abitanti) – Mauro Artusi (Sì): “Sono assolutamente d’accordo con le fusioni, anche in merito ad un comune unico della Valsassina, ma anche all’ ipotesi delle 3 aree: altipiano (zona di Barzio), centro-valle (Primaluna) e Alta Valsassina. All’inizio ci sarebbe qualche difficoltà soprattutto per la cittadinanza, ma nel medio periodo si vedrebbero i vantaggi in termini di risorse umane, minori spese di personale e maggiori servizi. Ora abbiamo tanti piccoli uffici che fanno tutti le stesse cose, potremmo anche avere una pianificazione territoriale di più ampio respiro. Usciamo da un’ unione dei comuni, purtroppo questo tipo di progettazione ha dei difetti; a suo tempo si era basata sulle assunzioni di personale per l’ente, portando ad un aumento dei costi invece che alla diminuzione, ma con la defezione ci siamo dovuti tirare indietro. Quindi ora continueremo a portare avanti quei servizi condivisi che hanno operato bene, è certo che la fusione funziona meglio dell’unione. Credo che in questo momento il cittadino non sia più fossilizzato sul proprio comune, certo la cosa va studiata bene, nella nostra realtà di montagna qualche difficoltà ci sarebbe, però è fattibile. L’ultima parola spetta alla cittadinanza. Questa scelta in un certo qual senso, dato che i campanilismi sono duri a morire, non sarebbe stato male se fosse stata spinta dall’alto, aspettare che si muovano le piccole realtà è difficile. Primaluna è già la somma di 4 piccole frazioni, fin dal 1929”.

marisa-fondra-tacenoTACENO (554 abitanti) – Marisa Fronda (Sì): “Favorevole. Parliamo di risparmi della macchina organizzativa. E’ cosa nota che oltre 60% delle risorse vengono spese per mantenerla. La frammentarietà prosciuga risorse che potrebbero essere impegnate meglio. Io sono sindaco di un comune molto piccolo, in valle ce ne sono tanti altri. Bisogna avere una visione molto ampia. Oltre a mettere insieme i comuni occorre al contempo mantenere servizi in un territorio considerando che le distanze fanno la differenza. Sono 12 anni che faccio l’amministratore e sono convinta che dobbiamo riflette. In questo periodo sto ragionando su un percorso con altri 34 comuni relativo ad un bando per aree interne insieme ai cugini comaschi: le aree sono state individuate dal ministero che ha fatto quindi una riflessione sulle periferie e in generale sulle zone più disagiate come possono essere i comuni di montagna: come faccio ad avvicinare i comuni che distano più di 30 minuti da servizi sanitari, scuola, ferrovie ecc? E’ una riflessione che va fatta tenendo conto delle esigenze dei cittadini”.

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