LECCO – Respinta la proposta di delibera volta a preservare il già sfruttato monte Magnodeno promossa dall’associazione Qui Lecco Libera e sottoscritta da oltre 500 cittadini attraverso la quale si chiede nel nuovo Piano Cave di stralciare dagli ambiti estrattivi le tre cave del Cornello (rione di Belledo), Vaiolo Bassa e Vaiolo Alta.
Nel documento viene inoltre richiesto di mettere a disposizione della cittadinanza un preciso bilancio dell’attività estrattiva in seguito all’approvazione dell’attuale piano cave (1998), di dar conto degli avvenuti ripristini ambientali e di pubblicare dati, atti, studi e documenti relativi ai reali fabbisogni estrattivi per lattività edilizia sul territorio.
A illustrare la proposta di delibera davanti all’intero Consiglio provinciale è stato Duccio Facchini che si è fatto portavoce dell’istanza dei cittadini. Un intervento preciso ed esaustivo attraverso il quale sono state ribadite le richieste contenute nella proposta, mettendo inoltre a nudo alcuni passaggi poco chiari che si evincono dalla relazione tecnica che accompagna la Vas (Valutazione Ambientale Strategica) intermedia del Piano Cave, documento che hanno realizzato i tecnici della Provincia.
“Non comprendiamo perchè – ha esordito Facchini – nel nuovo Piano Cave si debba approvare un’espansione doppia rispetto a quella della cava del Cornizzolo con il permesso di cavare ben 17 milioni di metri cubi di materiale, quantità che non sono suffragate da un reale fabbisogno del territorio”.
Facchini ha quindi snocciolato alcuni passaggi poco chiari contenuti della realzione tecnica: “Si legge, per quanto riguarda la cava del Cornello, ‘La prosecuzione dello sfruttamento del giacimento non presenta elementi di criticità e risulta indispensabile per poter recuperare l’area‘, come dire se non continiamo a cavare non recuperiamo… assurdo. Altro passaggio che non ci è chiaro è il seguente: “L’ambito estrattivo non interferisce con il quadro di visuale paesaggistica accessibile al pubblico“, insomma equivale a sostenere che se non lo vedi non esiste. E ancora, “il giacimento assume funzioni protettiva e paesaggistica ed è caratterizzato da ottima biodiversità e naturalità, favoriti amnche dalla limitata accessibilità di alcune aree dovuta alla presenza di degli attuali ambiti estrattivi“, facendo passare la cava come un intevento positivo che preserva la biodiversità e il bosco!”
Concluso l’intervento di Facchini il Consiglio ha aperto il dibattito. Italo Bruseghini (PD), ha condiviso in parte il contenuto del documento, ricordando però che ci sono altri aspetti da considerare come per esempio le questioni occupazionali legate alle cave: “pertanto – ha dichiarato Bruseghini – il nostro sarà un voto di astensione attiva”, un’espressione, quest’ultima, che ha scatenato non poche risa tra i numerosi firmatari della delibera presenti in sala consiliare.
Lo stesso assessore all’Ambiente Carlo Signorelli (PdL) ha toccato l’aspetto occupazionale, sottolineando inoltre che “nel concetto di sviluppo sostenibile bisogna contemplare anche l’utilizzo delle risorse”, altro passaggio quest’ultimo che ha mosso non pochi malumori tra i presenti.
Il presidente Daniele Nava ha infine dichiarato: “In Italia i comitati dei ‘No’ ormai nascono un giorno sì e l’altro pure. Molti sono giusti ma la gran parte di questi sono un danno per la società. Con questo non voglio dire che l’Amministrazione provinciale non dirà mai di no, ma se lo farà lo farà con cognizione di causa. Pertanto, in merito alla delibera siamo concordi nel porre attenzione alla salvaguardia del territorio, ma per questo non possiamo dire su due piedi, da oggi non si cava più, senza prima effettuare le opportune valutazioni e considerazioni. E’ necessaria una soluzione sensata e ponderata per questo il nostro voto sarà a sfavore della delibera”.
E infatti, al momento della votazione PdL e Lega hanno bocciato la delibera, con l’astensione del PD. L’auspicio è che non si tratti del primo passo verso l’ “Addio ai monti”, come titola il volantino distribuito prima del Consiglio, da alcuni componenti di Qui Lecco Libera e che riportiamo di seguito.