Elezioni. Intervista a Riva, 5 Stelle: “Cosa faremo per Lecco”

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Massimo Riva (M5S)

Massimo Riva_5stelle

 

LECCO – Papà lecchese, mamma sarda, 39 anni, sposato con una figlia, Massimo Riva è il volto dell’ingresso ufficiale del Movimento 5 Stelle nella politica lecchese. Dopo quattro anni di attivismo e presenza sul territorio i grillini hanno deciso di scendere in campo, presentando un proprio candidato, una propria squadra e un proprio programma alle elezioni amministrative di maggio.

Abbiamo incontrato il candidato sindaco Massimo Riva per capire con quale spirito e quali proposte il Movimento si appresta a cambiare la città.

Massimo Riva_candidato sindaco 5 stellePer quale motivo ha deciso di candidarsi a sindaco di Lecco?

“Sono un cittadino deluso dalla politica della mia città che si è stufato di lamentarsi e ha deciso di mettersi in gioco per provare a cambiare le cose. Mi sono avvicinato a quello che sarebbe diventato il partito dei 5 stelle nel 2006, seguendo il blog di Beppe Grillo e le sue iniziative. La mia attività all’interno del Movimento è cominciata tra il 2010 e il 2011, nel 2012 ho preso parte attiva alla campagna elettorale per le nazionali e le regionali in Lombardia, lavorando con i nostri candidati. Durante questo periodo abbiamo iniziato a lavorare su Lecco con i primi meet up, il presidio nelle commissioni e nei consigli comunali, banchetti in centro per parlare con le persone e farci conoscere. Da questa attività sul campo è di fatto nato il nostro programma che vuole essere una sintesi ma soprattutto un’analisi del quadro lecchese.”

Qual è la sua visione di Lecco?

“Lecco è una città che purtroppo non ha saputo interpretare il cambiamento degli anni 90. Le amministrazioni hanno puntato su settori quali il ‘terziario da servizi’ e l’immobiliare e, soprattutto per quest’ultimo, è stato investito non tenendo conto della sostanziale decrescita demografica che ha caratterizzato quegli anni. A riprova dell’errore commesso c’è il fatto che proprio questi due settori sono quelli entrati maggiormente in crisi a cavallo degli anni 2000. Lecco non ha saputo creare le condizioni per sviluppare altri tipi di vocazione, come ad esempio quella turistica, e oggi ci ritroviamo con un patrimonio ambientale fortemente compromesso: aldilà della speculazione edilizia, abbiamo cave, un inceneritore e un traffico veicolare che inquinano l’aria, così come le nostre acque. Insomma ci ritroviamo con un’eredità pesante con la quale lavorare, frutto della politica degli ultimi 20 anni.”

Cosa c’è da cambiare a Lecco? E cosa da mantenere?

“Il compito di un’amministrazione che si trova a lavorare in un periodo di crisi a mio parere è quello di creare le condizioni per far si che si sviluppi una nuova vocazione. Quella manifatturiera ed industriale che ha fatto la fortuna di Lecco può essere rilanciata da chi si troverà a governare la città. Come? Attraverso adeguate politiche fiscali, come abbiamo illustrato nel nostro programma. Occorre cambiare il modo di pensare agli interventi: vanno diversificati. Non si può pensare per una città come Lecco di puntare tutto sul turismo, sarebbe un errore madornale così come lo è stato negli anni 90 puntare sull’immobiliare e sul terziario dei servizi. Dobbiamo partire dal patrimonio che abbiamo e su quello impostare il lavoro e il miglioramento.”

Quale sarà la prima cosa sul quale, se eletto, si metterà a lavorare?

energia elettrica“La prima cosa che faremo sarà individuare nel bilancio le voci e le sacche di inefficienza che possono permettere di abbattere la leva fiscale.
Tra le nostre priorità c’è poi quella di una generale revisione della spesa ed impostare una nuova politica fiscale che attragga le imprese: dobbiamo creare le condizioni perché le aziende possano tornare a Lecco. Il nostro cavallo di battaglia in questo senso è la ‘No Tax Area’ rivolta alle Start-Up e alle nuove attività limitate ai settori industriali, artigianali e manifatturiere. I soggetti beneficiari potranno godere dell’esenzione da Imu e Tasi sui capannoni per un periodo di 3 anni. Sempre nell’ottica di puntare ad un’economia territoriale che produca ricchezza diffusa nel territorio prevediamo di intervenire anche sugli appalti delle mense scolastiche che per noi andrebbero affidati ad imprese agricole locali.
Non da ultimo c’è il grande tema delle politiche energetiche. L’energia prodotta da fonti rinnovabili può essere rivenduta e andare a sanare il bilancio. Il nostro obiettivo, durante il mandato, sarà quello di rendere ogni edificio pubblico autosufficiente a livello energetico e ciò si può ottenere anche attraverso l’utilizzo delle acque già canalizzate e non solo dai pannelli fotovoltaici. Il Comune di Lecco negli anni passati ha prosperato attraverso la forza motrice dell’acqua vorrei ricordare, pensiamo alle officine meccaniche o ai setifici.”

In quanto tempo e con quali risorse prevede di poter attuare questi interventi?

“Rimanendo sulle politiche energetiche, entro i primi 100 giorni del mandato vorremmo arrivare ad aver quantificato il fabbisogno energetico del Comune. Il secondo passaggio, da completare nell’arco di qualche mese, sarà quello di mettere in piedi una squadra di esperti che ragioni sugli interventi da attuare. A questo punto penso che a metà mandato si possa cominciare ad avere una produzione energetica che garantisca l’autosufficienza quantomeno degli edifici pubblici: le eventuali eccedenze verranno rimesse in rete per creare un circuito virtuoso. Gli investimenti andranno fatti su pannelli solari, ruote idrauliche e le cosiddette viti di archimede: il tutto è perfettamente sostenibile da adeguati strumenti di finanziamento. Non esistono solo i classici mutui a perdere ma soluzioni come il leasing in costruendo, che è tra l’altro svincolato dal patto di stabilità e quindi permetterebbe al Comune di investire senza gravare sulla rigidità del patto: guardando anche a quanto fatto in altri Comuni abbiamo visto che questa soluzione è una buona maniera di finanziarsi per poi diventare proprietari dell’infrastruttura alla scadenza del periodo di finanziamento, avendo un ricavo puro perché quel che produci di fatto rivendi.”

Parliamo della sua squadra: chi sostiene il candidato? Come avete scelto le persone che compongono la lista?

“La nostra lista è composta da 27 persone più il candidato sindaco, cioè io, in totale 28. Sono in larga parte lecchesi che risiedono e lavorano in città o nei comuni limitrofi, di tutte le estrazioni sociali, dal dirigente d’azienda alla casalinga, allo studente. Io sono Vice Direttore di banca. Diciamo che la lista rispecchia quella che è la società civile: le persone sono state scelte sulla base dell’attivismo e della presenza in questi anni di politica. Ci avvaliamo poi di persone professionalmente preparate ed esperte che possono dare un contributo, il che costituisce un valore aggiunto per noi. Non escludo di poter attingere proprio a loro come eventuali assessori. La giunta che miriamo a costituire in caso di vittoria si baserà esclusivamente sulle competenze dei candidati e delle persone, com’è successo a Parma e a Livorno. Non sarà l’orientamento politico a stabilire i ruoli.”

Un commento sui suoi avversari nella corsa a Palazzo Bovara?

candidati sindaci 2015“Partendo dal sindaco uscente, il giudizio è indubbiamente insufficienze. La giunta Brivio si è dedicata più alle mediazioni a tavolino degli interessi lobbistici, attività che ha condizionato anche l’elaborazione dello strumento urbanistico, il Pgt. Un documento che non approviamo poiché frutto di mediazioni e compromessi più che delle effettive esigenze della comunità. Rimprovero a Brivio anche la mancata responsabilità politica emersa chiaramente nell’affaire Metastasi: è vero che non ha avuto risvolti giudiziari per il sindaco, ma mi sembra tardi sottoscrivere adesso un codice etico quando ci si è portati in casa un soggetto che era chiacchierato. Per la campagna elettorale Brivio si sta avvalendo di questo guru americano, Mike Moffo, che non sta facendo altro che suggerire quello che noi facciamo quotidianamente: il passaparola, il volontariato, i social network e la comunicazione. Noi siamo nati così, vorrei ricordare.

A Lorenzo Bodega rimprovero di aver governato ‘in un periodo di vacche grasse e di non aver saputo mettere il fieno in cascina’. Ha sacrificato la città a fronte di ambizioni politiche di tipo senatoriale, Lecco è stato un buon trampolino di lancio e chi s’è visto s’è visto. Durante i suoi mandati ha creato un’ipertrofia immobiliare, opere di facciata che definisco il classico fiocchettino di marketing. Soldi spesi in lavori folli, come in Viale Turati, mentre discorsi più importanti sono stati  e sono tutt’ora trascurati, penso alla riprogettazione della rete fognaria che crea le disfunzioni del depuratore.

Quella di Alberto Anghileri è una storia di tutto rispetto dal punto di vista dell’attivismo sindacale e dell’associazionismo volontario. Credo che il suo sia però un retaggio del passato: la società non si rispecchia più negli archetipi dell’estrema sinistra, è tempo di andare oltre le ideologie e prendere il buono che c’è a destra come a sinistra e portarlo avanti.

Negrini è un’incognita: la classica brava persona usata come foglia di fico perché dentro la compagine in cui è stato scelto non hanno saputo definire un candidato forte. Le coalizioni lecchesi del centro destra e del centro sinistra nascondono tutta una serie di ambiguità tipiche della partitocrazia. Ben strano è, ad esempio, che due partiti come il Nuovo Centro Destra e Forza Italia che in regione vanno a braccetto, a Lecco siano uno contro l’altro. Anche a fronte di queste dinamiche noi 5 stelle non ci prestiamo al gioco delle alleanze: certo arrivati a questo punto ambiremmo a confrontarci con qualcuno dei nostri sfidanti se ci fosse un programma pronto. Stanno emergendo ora linee programmatiche, ma siamo gli unici ad avere in mano una proposta ufficiale pronta da mesi.”

Per concludere, può farci un pronostico?

“Puntiamo al ballottaggio, penso sarà la soluzione inevitabile del primo giro di voti, le forze politiche sono troppo scompaginate ed eterogenee. Essendo la nostra prima esperienza amministrativa saremmo già felici di entrare con due – tre consiglieri. Se anche finissimo nell’opposizione, chi ci guiderà ci troverà costruttivi e pronti a misurarci su contenuti: non bocceremmo le proposte a priori e speriamo che lo stesso venga fatto nei nostri confronti. L’apertura e il dialogo saranno massimi.”

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