L’intervento del gruppo guidato dal presidente Alessio Dossi all’indomani della firma del contratto
“Il progetto sancisce nero su bianco la separazione definitiva dal 2032 tra il teleriscaldamento e il forno inceneritore”
LECCO – Dopo un lungo iter durato più di un decennio, si è giunti alla firma del contratto tra Silea e Varese Risorse per la realizzazione del teleriscaldamento. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Alessio Dossi presidente di AmbientalMente Lecco, gruppo che fa parte della maggioranza in consiglio comunale.
“Nel corso di questi ultimi anni, abbiamo lavorato tantissimo e con tenacia perché questa opera nascesse con sufficienti garanzie di sostenibilità ambientale, e a giusto titolo, vista la centralità che il tema energetico oggi riveste non solo per l’ambiente, ma anche per questioni geopolitiche che sono a tutti note.
In questo senso, in primo luogo, il progetto sancisce nero su bianco la separazione definitiva e senza ulteriori indugi tra il teleriscaldamento e il forno inceneritore al termine dell’attuale autorizzazione regionale, ovvero il 2032. Un tempo che ci pare ragionevole e che riteniamo possa conciliare gli ultimi anni di vita del forno – vista anche la fortissima crescita della differenziata con il sacco rosso (Lecco è salita ormai dal 65% al 75% in pochi mesi grazie al lavoro in primis dell’Assessora Zuffi) – con un recupero energetico che eviti di dissipare il calore prodotto dall’incenerimento, fintanto che il forno sarà ancora necessario. In questo senso, per essere certi di centrare l’obiettivo entro quella data, la raccolta differenziata e il riciclo, ma soprattutto la riduzione in generale di ciò che è rifiuto, sono le politiche che bisognerà continuare a perseguire. Ma forno e teleriscaldamento, dopo il 2032 – come descrive il progetto – avranno strade separate e questo ci garantisce che il teleriscaldamento non potrà essere la ragione per cui il forno possa continuare ad esistere. E questo è fondamentale.
Il secondo elemento di cui ci sentiamo orgogliosi e a cui riteniamo di aver dato un contributo importante, sia per l’atto di indirizzo del Comune di Lecco a Silea, sia poi perché questo venisse recepito dall’assemblea dei soci di Silea stessa e dal CDA, è la creazione del piano di decarbonizzazione. Tradotto, il teleriscaldamento, da qualsiasi fonte verrà alimentato, dovrà seguire una curva di emissioni di CO2 da qua al termine della concessione (che sarà di 33 anni) che garantisca il raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni stesse, stando entro dei limiti vincolanti, e sempre più stringenti, che l’UE impone. Inclusa la neutralità carbonica al 2050.
Ogni due anni, un comitato ad hoc verificherà questi obiettivi, e sarà nostro dovere tenere tuttavia alta l’attenzione su questo elemento, che comunque si trova ora nero su bianco all’interno del contratto e che è stato in questi giorni presentato ottimamente dal prof. Mario Motta del Politecnico di Milano. Un piano di decarbonizzazione che non molte opere di questo tipo hanno in Italia e per cui ci siamo battuti.
A queste condizioni, l’opera può avere un suo senso, e potrebbe essere a questo punto interessante anche per la cittadinanza, non solo su un piano economico (ma questo riguarderà l’azienda che realizzerà l’opera), ma anche su un piano ambientale. Anche perché, su Lecco, il teleriscaldamento parte alimentandosi con il recupero di fonti energetiche sprecate come gli scarti di calore del Caleotto, che sono ambientalmente e strategicamente meglio del gas, di cui conosciamo i limiti ecologici e ora sono evidenti a tutti anche quelli geopolitici.
Adesso, massima attenzione ai lavori di viabilità, perché riteniamo che l’opera debba impattare il meno possibile sulla cittadinanza e sarà fondamentale che ci sia un continuo scambio tra gli uffici dei Comuni coinvolti e i tecnici di Varese Risorse per minimizzare il disagio che potrebbe esserci per i cittadini lecchesi”.