L’intervento del primo cittadino di Lecco
“Facciamo della Lombardia una vera locomotiva per l’Italia”
LECCO – “La questione dell’autonomia sancita in Lombardia e Veneto dal referendum popolare e confortata dall’adesione della Regione Emilia Romagna, sarà presto al centro dell’attenzione del Parlamento.
Voglio evitare accuratamente di ripetere ragioni ben note e che la popolazione lombarda, i cittadini dei 1.500 comuni che ho l’onore di rappresentare come presidente dell’ANCI, hanno non solo condiviso ma persino metabolizzato.
E, semmai, stupisce che una pressione popolare così forte non trovi adeguate e tempestive risposte laddove si dovrebbe trasformare in legge una volontà esplicita ed espressa secondo i criteri e gli strumenti democratici.
Quel che mi preme qui sottolineare è come, se sono comprensibili le obiezioni e le resistenze del SUD, assai meno capisco certe frizioni, certe tensioni di stampo metropolitano, più o meno velate, che non giovano alla causa ed insinuano sabbie più o meno mobili in un ingranaggio già complesso.
Voglio dire, in altre parole, che non è il momento dei distinguo: per le sottili sfumature e persino per le rivendicazioni peculiari dei diversi enti c’è tempo e potranno trovare accoglienza quando la preda sarà nel carniere.
I parlamentari del mezzogiorno, al di là delle appartenenze politiche, sono già mobilitati per una battaglia di posizione, ed io dico sbagliata e di retroguardia, per difendere i loro territori.
Va detto loro con chiarezza e rispetto che le ricette sinora adottate non hanno garantito i ruoli del SUD, altrimenti non saremmo ogni volta a dire che esiste un’ “emergenza” dello stivale. Maggiore autonomia alle Regioni che lo chiedono è anche la soluzione di larga parte dei problemi che assillano quella parte del paese che non deve mai essere vissuta come controparte. Nel progetto di autonomia sono indicati numeri e strategie che corroborano la scelta di maggiori competenze e, quindi, responsabilità, in linea con quella concezione di “stato federale” sancito dalla Costituzione dopo anni ed acceso dibattito in sede di Costituente.
Quel che serve ora è una forte spinta unitaria e solidale che non ammette prese di posizione che preludano a rotture o comunque richiamino faticose opere di ricucitura su strappi strumentali.
Lavoreremo insieme sullo stesso tessuto per vestire di autonomia la Lombardia e per farlo nelle condizioni di essere veramente la locomotiva d’Italia, anche in proiezione europea.
E ancora, per concludere, se è vero che non ci aspetta una stagione di vacche grasse, come pare dalla universalità degli indicatori, è proprio questa l’ora ideale per aguzzare l’ingegno e mettere a profitto quelle intese istituzionali che possano fare da volano a quel processo autonomistico che non mi piace chiamare rivoluzionario ma fortemente innovativo, capace cioè di dischiudere l’orizzonte negli anni a venire, con un ventaglio di opportunità che rafforzeranno lo stato sociale ed insieme rileveranno le prospettive di crescita civile e di sviluppo economico, con il forte concorso degli enti locali”.
Virginio Brivio