Fisco, burocrazia, caro-energia e infrastrutture al centro del dibattito politico
Ospiti i candidati lecchesi Paolo Arrigoni, Giuseppe Conti, Giovanni Currò, Paolo Lanfranchi, Sinistra Italiana, Francesca Losi e in collegamento Chiara Braga
LECCO – In vista delle consultazioni elettorali del 25 settembre, Confartigianato Imprese Lecco si è confrontata direttamente con i rappresentanti delle forze politiche per proporre le istanze confederali e approfondire i programmi di governo dei candidati che rappresenteranno il nostro territorio in Parlamento.
Al confronto di lunedì pomeriggio hanno preso parte Paolo Arrigoni (Lega), Giuseppe Conti (Azione/Italia Viva), Giovanni Currò (M5S), Paolo Lanfranchi (Sinistra Italiana), Francesca Losi (Italexit) e, in collegamento, Chiara Braga (PD). Ha moderato Vittorio Colombo, giornalista responsabile dell’edizione di Lecco del quotidiano La Provincia.
Il presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva ha illustrato ai candidati dei diversi schieramenti presenti le proposte contenute nel Manifesto di Confartigianato per costruire un’Italia a misura di artigiani e piccole imprese, sollecitando un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica.
“Una serata di dibattito importante perché permette ai nostri imprenditori e collaboratori presenti in sala e collegati di conoscere e ascoltare le persone che rappresenteranno il nostro territorio in Parlamento nei prossimi 5 anni – commenta Riva – Confartigianato ha redatto un Manifesto in dieci punti che riassume le priorità per le imprese che rappresentiamo. Tra questi temi, ci interessa in particolare sollecitare le risposte dei candidati su fisco e burocrazia, caro energia e infrastrutture per il territorio. Partiamo da un dato: il 99% del tessuto economico nazionale e locale è fatto da piccole e medie imprese a trazione artigiana. Per questo auspichiamo che le istanze sempre più stringenti delle MPMI vengano poste in cima all’agenda politica di chi formerà il Governo e in particolare del nuovo ministro del MISE e dell’Economia. Aggiungo due numeri per inquadrare uno dei temi che più ci sta a cuore, fisco e burocrazia. Il 7 giugno in Italia si celebra il Tax Freedom Day, il che vuol dire che passiamo metà dell’anno a pagare tasse e solo da giugno in avanti si inizia a vedere qualche guadagno. Ma proprio a giugno di quest’anno, secondo un’indagine del Sole 24 Ore, abbiamo dovuto far fronte a oltre 140 adempimenti in più rispetto lo scorso anno, alcuni calati sulle teste degli imprenditori con pochissimo tempo a disposizione per produrre tutta la documentazione necessaria. Infine, sono 122 i giorni di attività in un anno dedicati agli adempimenti burocratici. Questo il quadro generale in cui si trovano ad operare le nostre imprese. Per noi “piccoli” è un carico insostenibile, come dire, tra una scadenza e l’altra, vorremmo anche lavorare”.
Secondo tema, mai come in questo periodo caro agli artigiani: il caro energia.
“A livello nazionale Confartigianato ha denunciato il rischio di un lockdown energetico – spiega il presidente Riva – Nessun comparto è escluso e a livello territoriale e la regione più esposta ai disastrosi effetti del caro-energia sull’occupazione delle piccole imprese è la Lombardia: sono a rischio 139mila aziende con 751mila addetti. In provincia di Lecco rischiano in blocco circa 4.800 imprese pari a 25.300 addetti”.
Infine, l’attenzione è stata riportata al nostro territorio, motivo di questo confronto diretto con i candidati politici. “Il territorio di Lecco subisce un pesante ostacolo a livello di concorrenza imprenditoriale: il tempo letteralmente buttato nella percorrenza delle poche infrastrutture viabilistiche non più adeguate alla quantità di traffico presente. Basti pensare che la SS36 è la strada più trafficata del Nord Italia. Ci piacerebbe poter leggere statistiche anche sulla Lecco-Bergamo, ma sappiamo in che stato di abbandono si trovi ancora oggi. Per circoscrivere i problemi alla città capoluogo, non c’è settimana in cui o la 36Dir o il tunnel del Barro non finiscano ko per incidenti, allagamenti o lavori in corso. Se già paghiamo più tasse in Europa e siamo uno dei Paesi che pagano di più il fardello della burocrazia, almeno ci venga data la possibilità di lavorare con collegamenti rapidi”, conclude Riva prima di passare la parola ai candidati.