Dopo la risposta del sindaco di Ballabio, Appello per Lecco torna sull’argomento
“Ci rivolgevamo ai cittadini, non ai sindaci. C’è bisogno di vision non di polemiche”
LECCO – “Avremmo preferito non ritornare sulla nostra proposta di coinvolgere dal basso la cittadinanza sulla discussione di verificare la fattibilità di allargare i confini del capoluogo per innumerevoli finalità che potrebbero cambiare in meglio la vita delle comunità di Ballabio e Morterone, nonché rilanciare una prospettiva di competitività e miglioramento dei servizi per la nuova città di Lecco.
Nel nostro Comunicato non abbiamo mai citato i sindaci dei due comuni volutamente perché conoscevamo la loro opinione, quindi abbiamo ritenuto di rivolgerci direttamente ai cittadini e alle loro organizzazioni.
Cosa che faremo appena il Prefetto avrà nominato il commissario a Ballabio. Può essere che i Ballabiesi e gli abitanti di Morterone la pensino come i loro attuali Sindaci, ( ad esempio Antonella Invernizzi da Sindaco di Morterone non ha mai nascosto la volontà di indagare questa possibilità di unione con il capoluogo) ma potrebbero invece esserci delle sorprese dal giudizio degli elettori, quindi mi dispiace Sig. Bussola ma non lasceremo in pace i Ballabiesi che non la pensano come Lei, ma faremo in modo che possano diventare maggioranza. Non sarà facile ma la situazione che si è creata nel paese permette anche questa nostra diagnostica.
Per quanto riguarda invece il segretario provinciale del Pd Manuel Trapescovino vorremmo suggerire di sentire i giovani del suo partito che recentemente ci hanno chiesto un incontro (che pensiamo si possa promuovere a breve) proprio per esplorare la proposta della cosiddetta ” Grande Lecco”.
C’è bisogno di “vision” non di polemiche pleonastiche che non portano da nessuna parte e gente che parla a nome e per conto di tutti i cittadini pensando di rappresentare, non sempre e comunque, l’opinione di tutti gli elettori. Su questi temi è meglio essere molto cauti perché sono tanti i paesi e le città che hanno attraverso il referendum approvato una linea di fusione diversa dal parere dei propri amministratori”.
Appello per Lecco