Dopo lo scontro in Consiglio Comunale a Lecco, la Lega interviene pubblicamente
“Operazione verità”, in una nota, la segreteria provinciale difende la Regione
LECCO – Continua il botta e risposta tra la Lega e il Partito Democratico dopo il duro scontro in consiglio comunale, lunedì sera, che ha spinto il sindaco Brivio a ritirare la sua iniziale proposta di collaborazione con le opposizioni.
Al centro degli attacchi del centrodestra nei confronti del primo cittadino di Lecco è quella lettera firmata dai sette sindaci lombardi del PD e rivolta al governatore Attilio Fontana su diverse questioni (mascherine, tamponi, Rsa, test sierologici).
Una lettera mal digerita dal Carroccio lecchese che è tornato, con una nota stampa, a difendere il governatore leghista e l’operato di Regione Lombardia.
LA NOTA DELLA LEGA
“In merito alle vergognose strumentalizzazioni del PD lecchese sul Sistema Sanitario Lombardo e sulla gestione dell’emergenza Covid 19 da parte di Regione Lombardia, riteniamo doveroso fare chiarezza fornendo ai cittadini delle risposte puntuali.
1) La Regione doveva comperare le mascherine?
FALSO! Le mascherine doveva comprarle il Governo, vista la dichiarazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 31 gennaio 2020. La Lombardia è stata costretta a supplirne i ritardi intervenendo direttamente sul mercato acquistando più di 300 milioni di DPI e riconvertendo aziende che ora ne producono 900.000 al giorno.
2) La Regione ha trascurato la sanità di territorio?
FALSO! La Lombardia ha attivato le U.S.C.A. (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) che si occupano di visite domiciliari e cura non ospedaliera. Sono 45 unità operative divise in 8 ambiti di intervento territoriale. In alcune zone sono attive anche le “degenze di sorveglianza” con alberghi destinati.
3) La Regione ha fatto pochi tamponi?
FALSO! La Lombardia sta facendo quanti più tamponi possibili, nonostante la carenza dei reagenti e la lunghezza della procedura di analisi (30 laboratori attivati per 8.000-10.000 tamponi al giorno). Le modalità e i criteri di esecuzione sono quelli indicati dal Ministero della Sanità, dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’OMS.
4) I test sierologici sono una perdita di tempo?
FALSO! La Lombardia punta sui test sierologici purché siano certificati scientificamente e riescano a individuare con l’analisi del sangue la presenza degli anticorpi contro il Covid. Gli anticorpi sono l’unica barriera di immunizzazione, in attesa del vaccino.
5) La Regione poteva istituire la zona rossa nella Bergamasca?
FALSO! Istituire zone rosse è prerogativa legale dello Stato che dispone di polizia e carabinieri per chiudere i varchi. Dal punto di vista legale anche il noto giurista Sabino Cassese certifica pubblicamente che la Lombardia non poteva agire direttamente. Come chiarito e specificato peraltro nella circolare n.15350/117 dell’8 marzo 2020 firmata dal Ministro dell’Interno Lamorgese: “Ferma restando la piena autonomia nelle materie di competenza regionale, come individuate dalle disposizioni vigenti va rilevata l’esigenza che in ogni caso, e soprattutto in questo delicato momento, non vi siano sovrapposizioni di direttive aventi incidenza in materia di ordine e sicurezza pubblica, che rimangono di esclusiva competenza statale e che vengono adottate esclusivamente dalle Autorità nazionale e provinciali di pubblica sicurezza.” (Stralcio. Circolare n.15350/117 del’ 8 marzo. 3°par., pag. 4).
In proposito bisognerebbe anche chiedere perché non è stata istituita subito la zona rossa nel piacentino in Emilia Romagna, dove l’epidemia, numeri alla mano, ha colpito duramente quanto nei focolai della Lombardia.
6) L’ospedale in Fiera a Milano è vuoto, quindi è inutile spreco?
FALSO! Alla Regione non è costato un euro perché realizzato con fondi da donazioni private, è stato realizzato in tempi record durante il picco di contagio e oggi è il primo ospedale 100% Covid in Italia, barriera per eventuali nuove ondate di contagio e a disposizione dell’intero Paese. Chi fa polemica forse preferisce gli ospedali pieni agli ospedali vuoti.
7) La Regione ha inviato gli infetti nelle case di riposo?
FALSO! 15 case di riposo volontariamente si sono candidate a ospitare pazienti Covid, impegnandosi a rispettare due regole imposte da Regione: garantire strutture separate e garantire personale dedicato.
Se qualcuno ha violato le regole, in Lombardia come in Emilia e in molte altre Regioni dove purtroppo c’è stata una criticità relativa alle RSA, è ovviamente giusto che paghi, ma non è questo il momento per le inchieste giudiziarie.
8) La Regione è responsabile della situazione Pio Albergo Trivulzio?
FALSO! Regione Lombardia svolge funzione di governance e regolazione. Non ha competenza diretta né per la gestione, né per i controlli che spettano alle ATS (ex-ussl). Regione Lombardia ha quindi chiesto ad ATS Milano di costituire una apposita Commissione di Verifica composta da esperti indipendenti, volta ad accertare l’entità di quanto accaduto e le procedure adottate sin dalle fasi iniziali al fine di contenere quanto più possibile la situazione emergenziale. Il Pio Albergo Trivulzio è un ente pubblico che opera in ambito socio sanitario, sociale ed educativo principalmente su Milano città: Regione Lombardia designa il direttore generale dell’azienda d’intesa col sindaco di Milano e nomina, insieme al Comune di Milano, i componenti del consiglio di indirizzo.
9) La Regione si è dimenticata dei lavoratori in difficoltà?
FALSO! La Lombardia si è da subito attivata con le banche per garantire a tutti i lavoratori l’erogazione della cassa integrazione. Uno sforzo tuttora in corso nella cabina di regia permanente per l’emergenza economica.
10) La Regione non è pronta a ripartire?
FALSO! La Lombardia non solo è stata la prima a pianificare le modalità di lavoro e circolazione all’insegna delle 5 D (Distanza, Dispositivi, Diagnosi, Digitale, Diritti), ma ha già deciso uno stanziamento record da 3 Miliardi di euro, cosiddetto Piano Marshall, per far ripartire le opere pubbliche in tutti i comuni lombardi. (Soglia minima 100.000 euro per i comuni fino a 3.000 abitanti).
Come spesso accade, l’illusione del PD è che tramite la disinformazione si possa mantenere la gestione del potere nonostante l’avversione dei cittadini verso il loro partito e la volontà degli elettori, che lo puniscono da anni. Anziché diffondere fake news e fare sciacallaggio in un momento drammatico per tutto il Paese, il PD e la sua cellula lecchese ci spieghi invece per quale ragione si oppone alla stabilizzazione del personale sanitario e al riconoscimento economico per il lavoro compiuto da parte di medici, infermieri e operatori sanitari”.
Stefano Parolari, Segreteria Provinciale Lega di Lecco
Sen. Paolo Arrigoni e Antonella Faggi, On. Giulio Centemero e Paolo Roberto Ferrari
Consigliere regionale Antonello Formenti
Sindaci, assessori e consiglieri comunali e provinciali della Lega di Lecco