Nuovo Comune, l’ex sindaco Brivio: “Inaccettabile tacciare noi di superficialità”

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virginio brivio
L'ex sindaco Virginio Brivio

Virginio Brivio replica alle dichiarazioni di Gattinoni sullo stop alla nuova sede del Comune

“Noi ci siamo mossi subito. Le valutazioni sull’edificio avvallate dai dirigenti. La relazione? Non prende in considerazione tutte le ipotesi”

 

LECCO – “Rispedisco al mittente questo tentativo inaccettabile. Se vogliono cambiare non c’è problema, nessuno è obbligato a portare avanti una scelta che non si condivide ma non si dica che la scelta originaria era viziata da superficialità e sprovvedutezza, come se chi ha firmato progetti e atti d’acquisto per milioni di euro l’abbia fatto a cuor leggero. Penso sia una banalizzazione di un lavoro che merita invece rispetto”.

Se il nuovo municipio non ci sarà, Virginio Brivio non ci sta a prendersi le colpe: l’ex sindaco, tirato in mezzo insieme alla precedente amministrazione dal suo successore Mauro Gattinoni (“chi doveva fare le cose, non le ha fatte per tempo”) ribadisce la bontà delle scelte fatte e dell’iter portato avanti riguardo all’edificio di via Marco D’Oggiono, l’ex sede del Politecnico, un percorso interrotto dalla nuova giunta per valutare l’ipotesi dell’ex Deutsche Bank, ritenendo l’ex ateneo non adatto ad ospitare tutta la ‘macchina’ comunale.

“Tra il 2015 e il 2016 abbiamo effettuato la diagnosi sulla sicurezza degli edifici comunali e ci siamo attivati, in base alla gravità, nel mettere in sesto l’esistente o nel cercare soluzioni radicali – ricorda Brivio – Per quanto riguarda Palazzo Bovara abbiamo fatto diverse valutazioni comparative, prendendo in considerazione anche altre aree come quella della Meridiana, l’ex Leuci e ipotizzando un ampliamento di Palazzo Bovara ma erano soluzioni che non avevano una fattibilità concreta e costi sostenibili. La scelta di una sede è stata ben ponderata e nel 2017 siamo arrivati all’accordo di programma con la Regione”.

L’immobile in via Marco D’Oggiono

Dall’attuale maggioranza c’è chi contesta alla precedente di non aver fatto le giuste valutazioni sull’immobile prima di acquisirlo. Una critica che Brivio non condivide per nulla: “Dal punto divisa economico-tecnico abbiamo valutato l’immobile sotto più profili prima di acquistarlo. Non era un edificio sconosciuto perché già utilizzato per sedi pubbliche, è stato quindi possibile un confronto dei nostri uffici che hanno comparato questa ipotesi con altre. E’ bene ricordare come ogni atto di questo genere sia supportato sul piano tecnico ed economico da un’istruttoria fatta dai dirigenti, che valutano la congruità della spesa e la sua coerenza con il risultato. Se non avessimo potuto trasferire in quella sede – via Marco d’Oggiono – la gran parte degli uffici, i dirigenti non avrebbero avallato questa operazione e noi avevamo un gruppo dirigenziale molto affiatato che ha fatto le proprie valutazioni in confronto anche con le altre istituzioni pubbliche che hanno interagito con noi”.

Un problema di tempistiche? “Noi ci siamo mossi subito – risponde Brivio – Tra il 2018 e il 2019 è iniziata la progettazione e abbiamo finanziato il primo lotto di lavori andato in conferenza di servizio tra il 2019 e il 2020. Tutto è stato pagato, acquisto e primo lotto, utilizzando anche un contributo ottenuto da GSE per 1,5 milioni di euro”.

Tiepido anche il giudizio dell’ex sindaco sulle parole del segretario del Pd, Alfredo Marelli, secondo il quale anche l’allora primo cittadino, se avesse visto la relazione del Politecnico sui costi delle operazioni, avrebbe preso le stesse decisioni di Gattinoni: “La relazione del Politecnico sull’edificio di via Marco d’Oggiono prende in considerazione una situazione diversa, analizza l’ipotesi della demolizione e ricostruzione da noi non attuata, credevo invece le comparazioni fossero più ampie e riguardassero anche la soluzione che era stata portata avanti. Il risultato non mi ha stupito – dice Brivio rispetto agli oltre 50 milioni che sarebbero stati necessari per l’intervento all’ex banca – I dati emersi erano stati anticipati, in maniera più cauta, dalla relazione del segretario dei tecnici, ora i costi sono lievitati. Le stime sono quelle legate alla complessità di un cantiere in centro città”.

L’edificio dell’ex Popolare ed ex Deutsche Bank in piazza Garibaldi

“Che io avrei fatto certe scelte che stanno facendo? Non so – prosegue Brivio – Questa relazione, che peraltro non ho letto, arriva in un contesto diverso. Noi ci siamo adoperati affinché il Comune avesse una sede funzionale, magari meno prestigiosa, mantenendo Palazzo Bovara come sede istituzionale, con l’idea di demolire una delle due stecche e creare un ingresso più dignitoso per la stazione. Va dunque guardato al progetto complessivo, altrimenti le valutazioni sono difficili. Ognuno si tenga le sue, anche perché viziate da un mandato non così ampio di alterative poste sotto esame. Noi l’ipotesi della demolizione e ricostruzione l’avevamo scartata per ragioni di tempistiche e perché avremmo perso il contributo del GSE sulla rigenerazione urbana. Tra l’altro negli anni successivi si è potuto contare su più risorse economiche di quelle che noi avevamo a disposizione, pur essendo riusciti a realizzare l’operazione in equilibrio economico”.